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Bra in piazza per la Global Sumud Flotilla

Bra in piazza per la Global Sumud Flotilla

di Valter Manzone e Andrea Olimpi

BRA – Un presidio che ha mobilitato oltre 300 persone si è svolto nella serata di martedì 9 settembre in via Cavour a sostegno della missione della Global Sumud Flotilla, pronta a partire domani dai porti siciliani di Catania e Siracusa alla volta di Gaza.

Volontari di Alba, Mondovì, Cuneo, Guarene e Bra, con bandiere della pace e tricolori, hanno dato vita a un presidio pacifico che ha richiamato l’attenzione di tanti braidesi di passaggio. Alla manifestazione hanno preso parte anche il sindaco Gianni Fogliato, assessori e consiglieri comunali.

Momento centrale della serata è stato il collegamento con il braidese Ab Amajou e la docente di Pocapaglia Linda Ansaldi, in partenza con la Flotilla. Amajou ha raccontato dell’attacco condotto in mattinata dal governo israeliano contro una nave battente bandiera portoghese della missione, definendolo un gesto intimidatorio: «Ma i tantissimi volontari pronti a partire per forzare il blocco di Gaza non si lasciano intimidire», ha affermato.

Linda Ansaldi ha inviato un contributo audio chiedendo di continuare a parlare di Gaza e del genocidio in corso, «perché non si può stare in silenzio di fronte a simili orrori».

Dal vivo è intervenuto anche il docente universitario Luigi Bisceglia da Gerusalemme, che ha descritto la situazione in Cisgiordania e Gaza, soffermandosi sulle condizioni drammatiche dell’ospedale pediatrico della Striscia e aggiornando sullo stato dei lavori per la costruzione di una scuola a sud di Hebron.

La situazione non è delle migliori neanche a Betlemme, come ci hanno spiegato direttamente dalla città di David. 

“Abbiamo grosse difficoltà a spostarci da una città a l’altra, ci sono divieti e check point, dove si viene controllati e a volte picchiati. Sono ormai due anni che non c’è lavoro, il settanta per cento delle persone ha perso il lavoro, perché la fonte principale di lavoro qui è il turismo. Molti giovani sono andati e stanno andando via. Si vive in uno stato di costante oppressione, con il pensiero e la paura che comunque non ci sarà un futuro per nessuno. Certo qui non abbiamo la guerra, ma viviamo pensando che domani non ci sarà una Palestina”.

Alle 22, il “rompete le righe” ha chiuso l’iniziativa, con i partecipanti che hanno continuato a dialogare tra loro, commentando l’evento.

 

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