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La rivoluzione dei medici di famiglia: il nuovo modello delle aggregazioni territoriali

La Regione ha dato il via libera il 5 agosto: tra Langhe e Roero saranno sei le Aft; ora inizia la fase operativa con l'Asl Cn2

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di Francesca Pinaffo

SALUTESe ne parlava da un anno e, alla fine, il via libera da parte della Regione è arrivato lo scorso 5 agosto: durante la riunione del Comitato regionale dedicato, l’assessore alla sanità Federico Riboldi ha dato l’ok all’accordo sottoscritto con i sindacati dei medici di medicina generale riguardo all’avvio delle cosiddette Aft, aggregazioni funzionali territoriali, il nuovo modello pensato per migliorare il servizio e per garantire una copertura oraria più ampia.

I medici di famiglia sono il riferimento per i cittadini per tutti i bisogni che non necessitano della massima urgenza. Ma – complice la professione poco attrattiva, il conseguente calo di organico, l’elevata burocratizzazione richiesta dalla normativa e dall’altro una popolazione sempre più anziana con bisogni cronici – gli ultimi anni hanno reso sempre più palese la necessità di riformare il sistema.

L’annuncio della Regione

Ha annunciato l’assessore Riboldi: «Il Piemonte è la prima regione in Italia ad aver trovato un punto d’incontro con le organizzazioni dei medici per l’avvio delle aggregazioni, oggi previste dall’accordo collettivo nazionale del settore per garantire la continuità dell’assistenza sanitaria a livello territoriale. L’obiettivo sarà operare per la prevenzione, le vaccinazioni, la presa in carico della cronicità, la diagnostica di primo livello e lo sviluppo delle cure domiciliari».

Come funzionerà il nuovo modello

A spiegare come funzioneranno le Aft è Andrea Gonella, medico con lo studio nel Roero e ad Alba, oltre a essere segretario regionale per la continuità assistenziale per la Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale). Insieme a Smi (Sindacato medici italiani) e Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani), è una delle tre sigle ad aver sottoscritto l’accordo in Piemonte. «Le Aft sono organizzate su base territoriale, all’interno di ciascuna azienda sanitaria e delle sue aree. La nostra, per esempio, è molto estesa. E soprattutto comprende aree molto diverse dal punto di vista sociale e geografico, dall’alta Langa al Roero, passando per Alba e Bra. Le zone rurali sono da sempre le più difficili da coprire: per questo, il concetto di aggregazione è il futuro».

I medici di famiglia scendono in piazza
Andrea Gonella.

La proposta relativa all’Asl Cn2, a cui Riboldi ha dato il via libera, prevede l’attivazione di sei Aft: Alba Sud, che comprende i Comuni della bassa Langa e una parte della città; Alba Nord, con Castagnito, Corneliano, Guarene, Monticello e Piobesi; Canale, insieme ai paesi attorno, come Baldissero, Vezza e Priocca; Santo Stefano Belbo-Cortemilia, con tutta l’area della Valle Belbo e dell’alta Langa; Bra Nord, con la città, insieme a Ceresole, Pocapaglia, Santa Vittoria, Sommariva del Bosco e Sommariva Perno; Bra Sud, insieme a Cherasco, Narzole, La Morra e Verduno.

Riprende Gonella: «A ciascuna Aft lavora un gruppo di medici e la ripartizione territoriale è stata messa a punto in modo da avere una struttura omogenea, in base al numero degli abitanti. Ciascun paziente continuerà a mantenere il proprio professionista di famiglia, con il proprio studio, scelto sulla base di un rapporto fiduciario che non verrà minato in alcun modo. Ma il vantaggio sarà poter contare su un gruppo di sanitari che, grazie alla condivisione degli spazi e delle informazioni, potranno garantire una copertura oraria più ampia rispetto a quella attuale».

Le tempistiche

Le Aft, infatti, saranno attive per ciascuna area dalle 8 alle 20, per poi passare la palla nelle ore notturne ai colleghi della guardia medica, la continuità assistenziale, com’è oggi. In questo modo, la copertura sarà 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Come ha precisato Riboldi, «grazie al ruolo unico, i medici che fino a oggi erano destinati a esclusiva attività di guardia medica saranno operativi anche di giorno, durante la settimana, a supporto dei medici di famiglia, per la prevenzione e la presa in carico della cronicità». L’obiettivo è consentire ai medici di famiglia di organizzare meglio il carico di lavoro e di conseguenza il servizio per i cittadini.

Se c’è tanta aspettativa per questo nuovo modello, ora il sistema deve diventare concreto. Non sarà un passaggio immediato, perché serve mettere a punto una nuova organizzazione. Gonella: «L’entrata in funzione delle Aft avverrà con diversi passaggi. La Regione, dopo il via libera all’accordo, ha ripassato la questione alle singole Asl, che ora dovranno lavorare alle rispettive aggregazioni».

Il 18 settembre è previsto un incontro del Comitato congiunto all’interno della Cn2, mentre a ottobre si punta a definire gli accordi operativi delle singole organizzazioni, di cui andranno individuati i referenti.

Conclude il medico di famiglia: «Inizia una fase importante, a cui di certo si lavorerà con il massimo impegno. Considerando i diversi passaggi necessari e il rodaggio del sistema, è molto probabile che le Aft saranno operative per fine anno».

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