
PENSIERO PER DOMENICA – XXVI TEMPO ORDINARIO – 28 SETTEMBRE
Le letture della XXVI domenica si aprono con due scene di banchetti: quello degli “spensierati di Sion”, sulla montagna di Samaria (Amos 6,1-7) e quello dell’uomo ricco che nemmeno si accorge del povero Lazzaro alla sua porta (Lc 15,19-31). Dalle letture viene l’invito a continuare la riflessione sulla ricchezza iniziata la scorsa settimana.
Il divario ricchi-poveri è un segnale di decadenza. Le parole profetiche di Amos stigmatizzano la condizione sociale del Regno del Nord, la parte più ricca della Palestina, che due secoli prima aveva “scaricato” il Sud povero. La ricchezza si era concentrata in poche mani, creando un fossato tra ricchi e poveri. La denuncia di Amos trova conferma nelle scoperte archeologiche del XX secolo (resti di palazzi sontuosi e letti d’avorio). Con parole severe, il profeta lanciava un segnale chiaro: il giudizio sulle disuguaglianze, prima che da Dio, arriverà dagli uomini. La concentrazione della ricchezza in poche mani non rende un Paese più forte, ma genera instabilità politica. La storia gli ha dato ragione: poco dopo, nel 722, i palazzi verranno distrutti dagli Assiri e i buontemponi «andranno in esilio in testa ai deportati».
Luca, l’autore del Nuovo testamento più attento a poveri e oppressi, è il solo evangelista che trasmette la parabola del ricco e di Lazzaro. Una curiosità: questo mendicante è l’unico protagonista di una parabola con nome proprio: Lazzaro, che in ebraico significa “Dio aiuta”. È una parabola in due atti. Il primo si svolge sulla terra e vede come protagonisti un ricco che banchetta e un povero che contende ai cani gli scarti. Poi arriva la morte. Il secondo atto ha per scenario l’aldilà, dove le sorti si sono rovesciate: nel regno di Dio i valori del mondo vengono capovolti. Qui – spiega Abramo – Lazzaro «è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti». Ecco la sorte di chi ha chiuso il suo cuore ai fratelli!
Come sfuggire a questa sorte? È interessante notare che il ricco, in un estremo rigurgito di coscienza, si preoccupa dei suoi 5 fratelli e, per evitare che vadano incontro al suo destino, invoca un intervento soprannaturale, la risurrezione di Lazzaro! La risposta di Abramo è lapidaria: «Hanno Mosè e i profeti; ascoltino loro… Se non ascoltano Mosè e i profeti, non saranno persuasi nemmeno se uno risorgesse dai morti». Questo vale anche per noi, che oltretutto non abbiamo solo Mosè e i profeti, ma le parole di Gesù e dei suoi apostoli. Per salvare la nostra vita bastano e avanzano: ma occorre conoscerle, ascoltarle, farle nostre e metterle in pratica!
