di Valter Manzone e Andrea Olimpi
CRONACA – I vigili del fuoco del Sapr, verso le 18,30 di domenica 7 settembre stavano rimettendo le loro attrezzature nelle valigette e sui furgoni.
Volti stanchi e tirati. Una sigaretta accesa per stemperare la fatica e la frustrazione di non aver trovato – dopo 4 intensi giorni di ricerche – il corpo di Abdou Ngom, il tredicenne braidese che dal 22 aprile è scomparso tra le acque tumultuose del Tanaro, dopo una mattinata passata con gli amici alla spiaggia dei Cristalli, in località Gurej di Verduno.
Anche l’ultimo gommone, caricato sul carrello, lascia la zona di Verduno, dove anticamente c’era il noto ristorante La Cascata.
«Abbiamo messo in campo una squadra di professionisti, sono intervenuti gli elicotteri e i droni, i fluiviali hanno scandagliato il Tanaro fino in provincia di Asti. Purtroppo, senza esito», spiega Gianni Mariano, il funzionario del Comando provinciale dei Vigili del fuoco che ha coordinato questa nuova operazione di ricerca del giovane, disposta dal Prefetto di Cuneo e durata 4 giorni.
«Con noi un numero davvero impressionante di volontari del Coordinamento territoriale della Protezione civile, volontari della Croce Rossa Italiana e di altri corpi. Un dispiegamento di forze molto significativo. Ma il fiume non ci ha restituito il corpo del giovane, che i genitori aspettano con ansia e angoscia, perché gli vorrebbero dare una degna sepoltura».
Sia nella mattinata di sabato sia in quella di domenica papà Khadrim è stato in località Gurej per seguire da vicino le attività di ricerca del figlio disperso. Conclude il funzionario dei Vigili del Fuoco: «Con il cuore angosciato, il papà di Abdou ha però visto di persona tutto l’impegno profuso dai vigili del fuoco, dai volontari di Protezione civile e da tutti coloro che hanno operato in questa nuova tornata di ricerche, che purtroppo si sono concluse senza aver trovato il tredicenne. Sia lui sia il sindaco Gianni Fogliato, tornato oggi con la consorte Laura Campigotto (dirigente della Protezione civile di Alba) hanno ringraziato tutti per l’impegno messo in campo».
Giova ricordare che – dopo un’intensa attività ri ricerche avviats subito nella giornata dello scorso 22 aprile, a fine estate i genitori di Abdou, Khadim Ngom e Khady Sene, hanno lanciato un appello pubblico, scrivendo: «Siamo i genitori di Abdou Ngom, il nostro amato figlio minorenne scomparso nel fiume Tanaro, il 22 aprile 2025. Scriviamo con il cuore colmo di dolore, ma anche di speranza, per chiedere pubblicamente che le ricerche del suo corpo possano riprendere e continuare fino a che non sarà possibile restituirgli la dignità di un ultimo abbraccio». E ancora: «Tuttavia, il dolore di non poter dare una degna sepoltura ad Abdou è un peso che ogni giorno si fa più insopportabile».
Nel corso dell’estate, a inizio agosto, erano inoltre emersi nuovi elementi investigativi a seguito delle indagini che nei mesi erano proseguite e secondo cui Abdou non sarebbe caduto accidentalmente, ma sarebbe stato spinto nel fiume: una circostanza che ha mutato il perimetro del caso da disgrazia a possibile reato e ha portato all’identificazione del possibile autore del gesto, uno dei ragazzi che quel giorno era con Abdou sulle sponde del Tanaro, che è stato momentaneamente affidato ad una comunità.







