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Via libera per i diesel Euro 5 dalla Regione, ma c’è chi storce già il naso

60mila automobili inquinanti circolano nella ancora nostra provincia. Per Giovanni Montani: «In Italia il problema delle polveri sottili non viene affrontato»

Nella notte tra domenica e lunedì tentativo di furto al distributore di Magliano Alfieri

di Roberto Aria

IL CASO – A inizio agosto la Regione Piemonte ha avviato la modifica del piano per la qualità dell’aria, che porterà a eliminare lo stop ai veicoli diesel Euro 5 in accordo alla normativa nazionale voluta dal Governo Meloni. In pratica, le vetture più inquinanti potranno continuare a circolare, a esclusione delle città con oltre 100mila abitanti – Torino e Novara.

Nel complesso in Piemonte questi veicoli sono oltre 307mila, di cui circa 60mila nella provincia di Cuneo. Si tratta di mezzi in grado di rilasciare notevoli quantità di particelle nocive nell’aria: rispetto al Gpl, gli ossidi di azoto possono incrementare del 96 per cento e l’anidride carbonica del 20.

Perché questa scelta dall’apparenza anacronistica, che sembra procedere verso una direzione di maggior impatto ambientale nell’epoca in cui il cambiamento climatico incombe?

Il presidente della Regione Alberto Cirio ha spiegato che il superamento del blocco ai diesel Euro 5 «avrebbe duramente penalizzato famiglie e imprese». La logica economicista, che antepone gli interessi produttivi e pragmatici a quelli ecologici, domina la scena.

Il piano presentato dalla Regione Piemonte

Per compensare l’impatto negativo che la misura avrà sulla qualità dell’aria, la politica promette interventi efficaci. L’assessore all’ambiente Matteo Marnati ha dichiarato: «Vogliamo diventare i massimi esperti per la produzione e l’uso delle nuove energie e dei biocarburanti, ma anche molto altro nei settori della chimica verde, dell’industria, del riscaldamento e dell’agricoltura sostenibile».

Obiettivi e azioni 

Per raggiungere questi risultati è stata costituita una “struttura speciale” composta, tra gli altri, da Arpa Piemonte, l’Università degli studi di Torino e del Piemonte orientale. L’obiettivo è diminuire gli ossidi di azoto di almeno 500-700 tonnellate e le polveri sottili di 40-70. Secondo i tecnici regionali, una significativa riduzione delle emissioni atmosferiche è già in atto anche grazie alla progressiva diminuzione dell’attività delle centrali turbogas e all’aumento del contributo delle fonti rinnovabili, come il fotovoltaico e il biogas riconvertito alla produzione di biometano.

Con l’intelligenza artificiale, poi, si può migliorare la gestione del traffico e dei flussi semaforici nelle aree urbane per evitare ingorghi e migliorare la qualità dell’aria.

Inoltre, quest’anno la Regione ha potenziato il bonus per il trasporto pubblico locale, che dà diritto allo sconto sull’acquisto dell’abbonamento annuale (passa da 100 a 150 euro, estendendo la platea dei beneficiari dai possessori di un’auto diesel Euro 3, 4 e 5, anche ai possessori di un’auto diesel Euro 6). Ciò si somma ad altre misure all’avanguardia, come la filtrazione dell’a-
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rna, in grado di abbattere polveri e ossidi di azoto in aree ad alta concentrazione di traffico o in luoghi sensibili come scuole e ospedali (questa tecnologia è già stata applicata in Olanda, a Seoul in Corea del Sud, in Brasile, Cina e India); i sistemi di nebulizzazione d’acqua che catturano particolato e favoriscono l’assorbimento di gas inquinanti; l’utilizzo di materiali in grado di degradare ossidi di azoto e composti organici sfruttando la luce solare, o ancora pratiche di ibridazione dei motori diesel tramite kit di riconversione tecnologica.

La parola agli attivisti di Laudato sì Gazzetta d’Alba

Queste promesse “futuristiche” non sembrano convincere gli attivisti. Come ha spiegato Giovanni Montani, referente della comunità Laudato si’ Gazzetta d’Alba – gruppo di volontari attivo nelle Langhe e nel Roero –, «in Italia il problema delle polveri sottili non viene affrontato. Esistono troppi interessi, la gente si sposta in macchina e l’industria dell’automobile genera profitti enormi. Quindi non c’è intenzione da parte della politica di modificare davvero le cose. Come muoversi a livello individuale? Preferire le macchine a Gpl, che inquinano molto meno di quelle diesel e anche di quelle a benzina. Spostarsi in bicicletta o con i mezzi pubblici».

Montani prosegue rilevando come le Cop le conferenze internazionali sull’ambiente che si tengono ogni anno – non siano altro che «chiacchiere e messinscena, si parla molto per cambiare poco. L’ambiente interessa a pochi, è considerato una spina nel fianco».

Per lavorare su queste tematiche la Comunità sta ipotizzando una serie di eventi divulgativi per i prossimi mesi: uno di questi potrebbe ospitare lo scrittore Stefano Mancuso, neuroscienziato e saggista conosciuto a livello nazionale per i suoi lavori sulla botanica e sull’ecologia.

Montani conclude annunciando un incontro da parte degli attivisti con il sindaco di Alba Alberto Gatto, nei prossimi giorni, per discutere sulle tematiche ambientali e sociali più urgenti per la città.

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