
GOVERNO – La cedolare sugli affitti brevi resta al centro della manovra di bilancio discussa in questi giorni dal Governo. Il testo bollinato dalla Ragioneria arriverà, infatti, nei prossimi giorni in Parlamento con una serie di nodi ancora da risolvere anche all’interno della maggioranza.
Nell’ultima versione della legge di bilancio resta l’innalzamento dal 21 al 26% della tassa per l’affitto della prima casa escludendo solo coloro (una percentuale minima secondo le stime della Ragioneria) che non fanno ricorso per la locazione a intermediari o piattaforme come Booking o AirBnB. La manovra, secondo quanto si apprende, è stata trasmessa al Senato. Il testo bollinato inviato al Colle è stato autorizzato dal capo dello Stato alla trasmissione alle Camera.
Una correzione che, però, non basta alle associazioni di categoria ma anche a parti della maggioranza con Forza Italia, in primis, che annuncia che presenterà emendamenti. Il ministro Giancarlo Giorgetti ne illustra la logica: l’incremento degli affitti brevi – evidenzia – pesa sulla possibilità di trovare alloggi soprattutto nelle grandi città. «Per questo – sottolinea – si è ritenuto di inserire un’apposita disciplina in materia fiscale avente oggetto le locazioni concluse tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare o gestiscono portali telematici”. Fi non ci sta (“forse il Mef è rimasto ai tempi dei cartelli ‘Affittasi'”, ironizza il responsabile turismo Carlo De Romanis) ma anche Matteo Salvini garantisce che alla fine “verrà cancellata in Parlamento”.
Ansa
