
IL CASO – Moltissimi i messaggi di solidarietà a Sigfrido Ranuccio, alla sua famiglia e alla redazione di Report. Ieri sera, 16 ottobre, il conduttore del noto programma Rai, è stato vittima di un grave attentato: un ordigno rudimentale, contenente circa 1 chilo di esplosivo, ha distrutto l’auto di Ranucci e della figlia, parcheggiate fuori dall’abitazione di famiglia a Pomezia. Il giornalista, ora sotto scorta, è noto per le sue inchieste, che spesso sollevano forti reazioni.
L’ordine dei giornalisti: «Come ai tempi delle Brigate rosse»
«La bomba fatta esplodere sotto l’auto di Sigrido Ranucci vicino casa sua rappresenta un inquietante salto di qualità degli attacchi contro il giornalismo d’inchiesta e la libertà di informazione. A lui, alla sua famiglia, alla redazione di Report va tutta la solidarietà e vicinanza del consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Siamo certi che saranno rafforzate le misure di protezione: c’è una parte delle istituzioni che protegge il giornalismo, mentre un’altra fomenta irresponsabilmente l’odio. C’è un attacco concentrico all’autonomia dei giornalisti e il ritorno delle bombe ci riporta ad anni bui della storia italiana. Dopo gli insulti, le accuse di faziosità, le campagne di diffamazione, le aggressioni in piazza, adesso si alza il tiro: come ai tempi di Cosa Nostra, come ai tempi delle Brigate Rosse. Chi non china la testa viene colpito. Il Consiglio nazionale dell’Ordine intraprenderà ogni azione per denunciare minacce, violenze e intimidazioni e per contrastare questo clima di caccia al giornalismo che rischia di riportarci agli anni più bui della Repubblica», afferma Carlo Bartoli, presidente nazionale dell’Ordine.
Libera: «Chi prova a zittire una voce libera attacca il cuore della democrazia»
«Esprimiamo preoccupazione, vicinanza e corresponsabilità a Sigfrido Ranucci per il grave attentato che lo ha colpito. Un gesto vile, che non colpisce solo un giornalista, ma il diritto di tutti i cittadini a conoscere, a capire, a cercare la verità. Chi prova a zittire una voce libera attacca il cuore stesso della democrazia. Perché colpire un giornalista è colpire il diritto alla verità e alla giustizia. È tentare di intimidire chi, con professionalità e coraggio, illumina le zone d’ombra del potere e racconta ciò che altri vorrebbero tenere nascosto”. Così, in una nota, Libera esprime preoccupazione e vicinanza. “Oggi più che mai, dobbiamo stare in guardia, non lasciare solo Sigfrido perché ogni intimidazione, ogni attacco, ogni tentativo di delegittimare chi informa è un segnale da non sottovalutare. Rispondere con impegno e partecipazione civile è il modo più concreto per dire che la verità non si minaccia, si difende», conclude.
Nordio: «Un attentato allo Stato»
«L’attentato a un giornalista è un attentato allo Stato al 100%». Lo ha detto il ministro della giustizia Carlo Nordio intervistato da SkyTg24. Nordio ha espresso solidarietà a Ranucci e condanna del grave atto intimidatorio e ha ricordato che la libertà di stampa è la prima forma di democrazia.
Crosetto: «Non hanno colpito solo un giornalista»
«Un gesto gravissimo, vile, inaccettabile. Un ordigno ha fatto esplodere l’auto di Sigfrido Ranucci, davanti alla sua abitazione. Per fortuna nessuno è rimasto ferito, ma resta la gravità estrema di un atto che colpisce non solo un giornalista, ma la libertà stessa di informare e di esprimersi. A lui e alla sua famiglia la mia piena solidarietà e vicinanza», così il Ministro della Difesa Guido Crosetto,
Lo scenario sul luogo dell’attentato
