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«Avvicinare gli albesi alla Fiera del tartufo»: la sfida del presidente Axel Iberti

L’edizione numero 95 della Fiera del tartufo, è alle porte: dopo il taglio del nastro di domani, animerà la città e il territorio dall'11 ottobre all'8 dicembre

Vinum 47^ Edizione
Axel Iberti

di Francesca Pinaffo

L’INTERVISTA L’edizione numero 95 della Fiera del tartufo, dall’11 ottobre all’8 dicembre, avrà come filo conduttore un tema che ne racchiude molti altri: Profondo rispetto. Per la natura che permette al tuber magnatum Pico di crescere, per le tradizioni folcloristiche della città, per tutto ciò che ha permesso di arrivare, in quasi un secolo, ai risultati di oggi. Lo rimarca, con orgoglio, il presidente dell’ente Fiera di Alba, Axel Iberti, alla sua prima prova: «Sono felice di quanto sto vivendo: da bambino e ragazzo anche io ho fatto parte del mondo dei borghi e, da adulto, sono stato nominato nel primo Consiglio d’amministrazione dell’ente Fiera di Alba. Ma, ancora di più, sono orgoglioso del lavoro di tutta la squadra che, anche quest’anno, ci permetterà di proporre una grande manifestazione».

Una Fiera enogastronomica che mette al centro il rispetto: ci spieghi questa scelta, Iberti.

«Il tema di quest’anno è l’esito di un percorso che la Fiera ha intrapreso negli ultimi anni: parlare, attraverso la dimensione tartufo, di tematiche fondamentali, di ampio respiro. Vorremmo anche cercare di trasmettere saperi e generare consapevolezza, guardando in particolare alle nuove generazioni. Il profondo rispetto è, prima di tutto, per il mondo della cerca del tartufo, per le piante che permettono a questo straordinario prodotto di crescere, per l’ambiente che ci circonda. Una manifestazione come la nostra, oggi, è chiamata a parlare di sostenibilità. Per questo, sul palco dell’inaugurazione (il 10 ottobre al teatro Sociale) firmeremo un protocollo d’intesa con l’Unitar, l’istituto delle Nazioni unite per la formazione e la ricerca, che ha un forte impegno educativo. Non riguarderà solo la sostenibilità ambientale, ma anche quella umana, che guarda ai territori e alle persone che li abitano. Sono questioni molto attuali per noi. La firma avrà un valore concreto, non solo simbolico».

Al di là del lato istituzionale, sarà una Fiera più popolare delle precedenti?

«Abbiamo voluto lanciare una sfida: avvicinare gli albesi, e non solo i turisti, a tutto il mondo fieristico e in particolare del folclore, che ne è parte integrante. La forza della nostra Fiera è proprio questa dicotomia: il lato glamour, l’eccellenza del tartufo e dei nostri prodotti, unito alla magia dei borghi. È per questo che sarebbe bello riportare nelle piazze chi abita in città. Ho anche scoperto che questa dimensione, quella del folclore, è in grado di includere nuovi albesi, persone arrivate nella nostra area magari per lavoro. Per avvicinare sempre più persone, abbiamo abbassato il prezzo del biglietto per il Palio in piazza Cagnasso (il 5 ottobre, nda), ma ci saranno anche altre iniziative. Il profondo rispetto è, pertanto, anche nei confronti dei borghi e delle nostre tradizioni».

Quali sono le novità del calendario fieristico?

«Tornano tutte le proposte ormai consolidate, con alcune novità, che amplieranno ancora di più l’offerta. Il cortile della Maddalena, con il Mercato mondiale del tartufo e la sala Beppe Fenoglio, rimarranno centrali. Ai Cooking show, che si concluderanno sempre con un dolce ideato dallo chef Ugo Alciati, e al Tartufo regale, si aggiungeranno gli aperitivi d’eccellenza. Il castello di Roddi resta un altro luogo chiave e, da truffle hub, diventa taste lab, il luogo del gusto, con i corsi di cucina e i laboratori. Avremo anche momenti di approfondimento, da Sostenibilità incrociate a conferenze».

E come proposte alternative all’enogastronomia?

«L’offerta culturale è sempre più ampia, in collaborazione con tante realtà del territorio. Dalle mostre di Valerio Berruti ed Enzo Mastrangelo, a tutte le altre iniziative che si svolgeranno da qui a dicembre. Abbiamo cercato, su questo fronte, di fare sistema».

Com’è il bilancio dei suoi primi mesi da presidente dell’ente?

«Sono entusiasta: mi sono trovato di fronte a una realtà molto diversa da quella che ho vissuto in passato, strutturata, diversificata e in costante evoluzione, ma anche in grado di mantenere la sua essenza. Fare parte di tutto questo è un grande arricchimento».

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