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Da 81 anni alla distilleria Levi di Neive si ripete il rito del fiammifero

Il simbolico rituale si è svolto sabato 25 nella storica distilleria di Borgonuovo.

Da 81 anni alla distilleria Levi di Neive si ripete il rito del fiammifero

di  Silvana Fenocchio

NEIVEAlla storica distilleria Levi si è tenuta l’accensione dell’ottantunesimo fiammifero, cerimonia avviata da Romano Levi e proseguita con i nuovi proprietari, che ogni anno, a fine ottobre, segna l’inizio della produzione della grappa. Il simbolico rituale si è svolto sabato 25 nella storica distilleria di Borgonuovo.

Ogni anno, in occasione dell’accensione dell’ultimo alambicco a fuoco diretto, per ricordare la figura di Romano e della sorella Lidia, viene organizzata una festa popolare che dura tutto il pomeriggio, con degustazione gratuita di grappe, amari e vermouth, assaggi di prodotti tipici, ravioli del plin, il vin brulè degli Alpini, le castagne, le friciule e la pasticceria della scuola di Arte bianca, il tutto accompagnato dalla banda musicale di Castagnole.

Quella di sabato è stata una festa speciale perché sono trascorsi cento anni da quando, nel 1925, Serafino Levi, padre di Romano, fondò la distilleria. Dopo la prematura morte del padre e della madre sotto i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, furono i due giovani fratelli a portare avanti la distillazione. All’appuntamento celebrativo hanno partecipato gli amici di Romano Levi, neivesi e appassionati, per ricordare un uomo semplice e schivo, che, con le famose etichette disegnate a mano, la sua singolare filosofia e tanto carisma, ha reso la propria grappa, prodotta in una piccola distilleria di un borgo delle Langhe, una delle più celebri e iconiche, conosciuta in tutto il mondo.

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