
di Lino Ferrero
BRA – Sabato 18 ottobre alle 17, presso la Casa Cottolengo in via fratelli Carando 28 a Bra, si terrà la tavola rotonda dal titolo Dicono di lui, promossa dall’Associazione Pro beatificazione fratel Luigi Bordino, con il patrocinio del Comune di Bra. L’evento s’inserisce nel decennale della beatificazione del frate e ha l’obiettivo di far emergere, attraverso testimonianze e ricordi, aspetti meno noti della sua vita.
Moderato dallo scrittore e regista Tiziano Gaia, l’incontro offrirà una cornice di letture, brani musicali e testimonianze dirette di chi ha conosciuto Luigi Bordino dal vivo.
L’idea è di rievocare non tanto una biografia ufficiale, ma piuttosto piccoli frammenti – episodi, ricordi, voci – che permettano di tratteggiare il volto umano del religioso.
Alcuni tratti della vita di fratel Luigi
Nato come Andrea Bordino il 12 agosto 1922 a Castellinaldo, entrò successivamente nell’ordine dei Fratelli di san Giuseppe Benedetto Cottolengo, assumendo il nome religioso Luigi.
La sua esistenza fu segnata da eventi intensi e dolorosi: arruolato nell’artiglieria alpina durante la Seconda guerra mondiale, partecipò alla campagna di Russia. Nel gennaio 1943 lui e il fratello furono fatti prigionieri: Andrea venne deportato in Siberia, dove affrontò la malattia, l’isolamento e la sofferenza, dedicandosi anche ai sofferenti che condividevano la sua prigionia.
Ritornato in patria alla fine della guerra, dopo un pellegrinaggio a piedi da Castellinaldo al santuario della Madonna dei fiori, potè dire, come il Cottolengo aveva detto molti anni prima: «La grazia è fatta!» e da lì consacrò la propria vita al servizio dei poveri e degli ammalati nella Piccola casa del Cottolengo, distinguendosi per la dedizione concreta e l’umiltà.
Il 2 maggio 2015 è stato dichiarato beato a Torino da papa Francesco, in segno di riconoscimento per il miracolo attribuito alla sua intercessione e per la fama di santità diffusa fra la gente che lo ricordava.
La formula scelta — Dicono di lui — richiama l’idea di memoria viva: non un semplice accostamento a fatti codificati, ma uno spazio di ascolto che lascia emergere voci, sfumature, ricordi personali, legami affettivi. In occasioni analoghe, come l’edizione precedente ad Alba, sono stati messi in luce momenti poco noti, storie personali e sullo sfondo i legami comunitari che hanno nutrito la vita del religioso.
Un simile approccio consente di restituire agli intervenuti non una figura idealizzata, ma un uomo con le sue ombre e le sue luci — un frate concreto, vicino alle persone, nelle scelte semplici e nella quotidianità.
Invito alla partecipazione
L’ingresso è libero: si invita quanti hanno conosciuto fratel Luigi, chi ne ha sentito parlare da famigliari, amici o comunità, e chiunque desideri avvicinarsi a questa testimonianza di vita consacrata. Sarà un’occasione non solo di ascolto ma anche di riflessione comunitaria su cosa significhi vivere la carità concreta nel mondo odierno. Gli organizzatori aspettano un pubblico numeroso: per lasciare che a parlare, davvero, siano le persone che lo hanno incrociato la sua strada. Un Santo che ha molto da dire a tutti ancora oggi, a distanza di 48 anni dalla morte.
