
di Andrea Olimpi
CRONACA – A partire dalle 20.25 (19.25 ora italiana) è arrivato l’alt da Israele e le navi militari israeliane hanno iniziato a bloccare le barche della Global Sumud Flotilla, prima con cannoni d’acqua, poi compiendo veri e propri abbordaggi. Le prime imbarcazioni fermate sono state la Sirius, l’Alma e l’Adara, intercettate a circa 70 miglia nautiche dalla costa di Gaza, le stesse che guidavano l’azione umanitaria. Gli occupanti dell’Alma sono stati arrestati dai militari israeliani.
Le barche della Flotilla, dunque, una dopo l’altra, sono state fermate in acque internazionali, in contrasto con la Convenzione di Montego Bay, che stabilisce la sovranità nazionale solo entro le 12 miglia nautiche (fino a 24 in casi specifici). Oltre tali limiti le acque sono internazionali e libere alla navigazione. Al momento, fortunatamente, non si registrano feriti.
Gli attivisti, attenendosi a quanto appreso nei periodi di training prima della partenza, al momento degli abbordaggi hanno alzato le mani e seguito gli ordini impartiti dalle navi israeliane, senza opporre resistenza.
Immediata la reazione a terra: attivisti e studenti sono scesi in piazza. Cortei a Cuneo e Torino, dove è stato chiuso l’ingresso della stazione Porta Nuova; a Napoli, con l’occupazione di alcuni binari della Stazione Centrale; a Pisa, dove è stata cinturata la stazione, così come a Roma Termini; a Milano è stata occupata la stazione Cadorna. Manifestazioni si sono tenute anche a Bologna, Genova, Palermo, Firenze, La Spezia, Livorno, Lodi, Siena, Padova, Trieste e Forlì.
Subito dopo il blocco, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha affermato che tutte le barche verranno condotte nel porto di Ashdod, in Israele. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha aggiunto che tutti gli italiani a bordo saranno portati in Israele e espulsi entro due giorni. Intanto Cgil e Usb hanno annunciato uno sciopero generale per il 3 ottobre.
Le proteste non si sono fermate all’Italia: in piazza anche cittadini di Germania, Spagna, Grecia, Turchia e Belgio.
La prima reazione concreta da parte di uno Stato è arrivata dalla Colombia: il presidente Gustavo Petro ha avviato le pratiche per l’espulsione dell’intera delegazione diplomatica israeliana, dopo l’arresto di due cittadine colombiane della Global Sumud Flotilla. Il presidente colombiano ha definito l’azione “l’ennesimo crimine internazionale di Nethanyahu”, citando la filosofa ebrea Hannah Arendt: «Hitler è vivo nella politica del mondo».
Nel frattempo, fonti di mediazione egiziane riferiscono che «Hamas sta studiando seriamente il piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per Gaza, prevedendo che il movimento lo accetterà con alcune riserve». Secondo le stesse fonti, Nethanyahu attende una risposta entro le 72 ore annunciate come scadenza.
(Al momento in cui stiamo scrivendo il blocco è ancora in atto e non tutte le barche sono state fermate)
