
di Elisa Rossanino
IN AULA – Un noto imprenditore di circa 50 anni residente nel Braidese il 2 ottobre ha varcato le porte del Tribunale di Alba e si è presentato davanti alla giudice di pace Alessandra Bruno. La vicenda che lo ha visto protagonista in un procedimento penale con l’accusa di lesioni volontarie risale all’ottobre del 2023. In quell’occasione, l’imputato (difeso dall’avvocato Roberto Ponzio del foro di Asti), nel tentativo di impedire alla persona offesa (difesa da Andrea Gibin del foro di Torino) di allontanarsi dalla sua officina a bordo della propria auto estraendo dal cruscotto del mezzo le chiavi per impedire la ripartenza, lo avrebbe colpito con violenza al polso destro procurandogli una lesione giudicata guaribile in venti giorni. In seguito alla vicenda, la parte offesa, un uomo torinese di 55 anni, aveva presentato una querela.
La vicenda
L’uomo aveva portato presso l’officina dell’imputato la propria vettura per un restauro, lavoro che però si sarebbe protratto nel tempo e per il quale sarebbero nate alcune divergenze tra i due. Il proprietario aveva così chiesto la restituzione della propria autovettura per la quale era stata fissata una data. Il giorno dell’appuntamento la parte offesa era arrivata presso l’officina in ritardo per un imprevisto. Vista l’assenza del titolare aveva provato a ottenere la restituzione del mezzo dai dipendenti dell’autofficina. Ottenuta la chiave e l’auto il torinese stava per partire quando sul posto sarebbe arrivato il titolare che, come detto, avrebbe provato a fermare l’uomo estraendo la chiave dal nottolino di accensione e, in questo istante, secondo la denuncia sarebbe stato colpito al polso.
Dal diverbio alle lesioni
Ne era seguito un diverbio che aveva richiesto l’intervento anche dei Carabinieri. Le lesioni provocate erano state refertate dai medici del Cto di Torino presso il quale il querelante si era recato successivamente. Di segno opposto la versione dell’imputato che in aula ha lamentato di essere in credito per alcuni lavori svolti sul veicolo del torinese, e che avrebbe cercato di fermare l’uomo per poter regolare i conti contestando di non avergli arrecato alcuna lesione. L’atto era stato istruito e c’era stata la citazione in giudizio da parte del procuratore capo Biagio Mazzeo. La prima udienza si è svolta davanti al giudice e in sede preliminare è emerso un vizio di notifica. Il processo è stato così aggiornato al 28 maggio 2026.