
di Davide Barile
LA MOSTRA – Pochi pittori continuano a farlo, ma dipingere all’aria aperta è un’attività che, nell’immaginario, esercita un grande fascino. Uno di loro è Beppe Gallo, artista nato a Castagnole delle Lanze nel 1942: sarà lui il protagonista della mostra “Radici e respiri” alla galleria albese Il busto mistero di Federica Dalpozzo e Sandro Gaia (via Bertero, 8). La presentazione si terrà giovedì 16 ottobre alle 18.30: oltre all’autore, sarà presente l’attore Pier Giorgio Maria Savarese, il quale allieterà il pubblico con una breve recita dal titolo Poesia, musica e ironia. L’esposizione resterà visitabile fino a giovedì 30 ottobre, dal martedì al sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19, la domenica dalle 10 alle 19.30. In tutto, sarà possibile ammirare una ventina di opere che ritraggono i temi cari a Gallo, ossia le vigne, il Tanaro, le colline e i campi. Oltre alle pitture su tela, saranno presenti alcune finestre antiche in cui, al posto dei vetri, Gallo ha collocato dei pannelli dipinti: l’effetto che si crea è proprio l’osservazione di un paesaggio dall’interno di un’abitazione.
Come ha scritto la critica d’arte Cinzia Tesio, «Gallo è il cantore della bellezza incorrotta, pura, immediata. Nei suoi lavori le note coloristiche fondamentali sono semplici e squillanti. Le distese di Langa emergono come dorate nervature sul verde variato della natura sbocciando in rosse corolle striate».
Dopo la maturità classica, Gallo ha iniziato a lavorare nella galleria albese di Angelo Galeasso e, in seguito, ha frequentato lo studio torinese di Teonesto Debate. Nel 1998 è stato l’autore del drappo del Palio degli asini.
La pittura en plein air in Langa
Sul fatto di dipingere en plein air, Gallo racconta: «Fuori si respira in modo diverso e ciò che si osserva direttamente, si respira e si sente può costituire un valore aggiunto. Mi considero un sopravvissuto di un’epoca diversa, capisco le ragioni di chi lavora in studio ma nulla mi potrà togliere le sensazioni vissuto all’aperto. Pure girare tra le colline in macchina ai venti all’ora è un modo per raccogliere elementi di ispirazione». Le opere di Gallo «attualmente potrebbero essere comprese nell’impressionismo lirico. Non mi piace l’astrattismo perché credo sia importante mantenere il rapporto con il reale: chi guarda il quadro deve riconoscere determinate cose».
Ad Alba «mi legano dei bellissimi ricordi, a partire dagli anni di studio al seminario. Negli anni Sessanta, grazie a don Bussi e don Richelmi entrai in contatto con Famiglia cristiana e iniziai a disegnare ogni settimana delle vignette. In seguito mi proposero di trasferirmi a Milano, fu sicuramente una grande occasione ma nell’incertezza non accettai».
Le colline delle Langhe «ricordano, con i loro silenzi, i valori di questa terra così dura da lavorare. Rispetto a qualche anno fa, mi spiace non si trovino più i vecchi filari con i pali in legno, sostituiti dal cemento. Nei miei giri cerco sempre le vigne di un tempo con i pali di testa tutti storti, che io chiamo sentinelle. Diventano dei personaggi soprattutto quando il sole tramonta, mentre i moderni pali in cemento sembrano un esercito di soldatini addestrati».
