L’INTERVISTA / Per una vita sana, la salute mentale non è secondaria. In 3mila hanno chiesto aiuto

Ruggero Gatti: «Osserviamo un mutamento nei casi: salgono quelli di personalità ma sono in calo le psicosi più normali»

L'INTERVISTA /

di  Maria Delfino

L’INTERVISTA – In occasione della giornata mondiale della salute mentale (10 ottobre) abbiamo parlato con Ruggero Gatti, direttore del dipartimento di salute mentale dell’Asl Cn2.

Gatti, cosa si intende per “salute mentale” oggi e come è cambiato tale concetto negli ultimi anni?

«La salute mentale è un diritto fondamentale che va oltre l’assenza di malattia psichiatrica, includendo benessere psicologico, emotivo e sociale, sviluppo cognitivo ed empowerment (emancipazione) personale. Essa aiuta le persone a realizzare il proprio potenziale, affrontare le sfide, migliorare le relazioni e contribuire al benessere collettivo e alla crescita sociale. La celebre frase dell’Organizzazione mondiale della sanità, “non c’è salute senza salute mentale”, ha inaugurato una nuova visione che considera il benessere psicologico parte integrante della salute generale. Tale concetto si concentra non più solo sulla cura della malattia, ma sulla promozione attiva della salute. Per metterlo in pratica, è fondamentale unire la salute mentale, quella fisica e l’ambiente in un’unica prospettiva globale. Questo richiede di formare i professionisti con un approccio olistico, di creare programmi di assistenza integrati che tengano conto di tutti gli aspetti della persona e di puntare su interventi di prevenzione precoce, già a partire dalle scuole».

Quali sono le funzioni che svolge l’Asl Cn2 sul fronte della salute mentale? Come si articolano i servizi?

«Il dipartimento di salute mentale è costituito strutturalmente da due segmenti: la struttura complessa di psichiatria con le relative articolazioni e la struttura complessa servizio dipendenze patologiche. Importanti connessioni funzionali sono presenti inoltre con le strutture di psicologia, neuropsichiatria infantile e Dipsa. Il mandato del dipartimento è quello di coordinare le attività di queste strutture nell’ambito della prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione del disagio psichico e della malattia mentale. L’obiettivo del tavolo di lavoro che vede coinvolte tutte queste strutture è quello di favorire, all’interno del mandato precedentemente descritto, percorsi fluidi e integrati del paziente tra i vari servizi e professionisti, il miglioramento della continuità ospedale-territorio nella presa in carico delle situazioni cliniche più gravi e la sinergia nei processi di innovazione dei servizi. L’idea di fondo è quella di migliorare l’accessibilità e facilitare il percorso di cura del cittadino nell’ottica di un continuo aggiornamento e innovazione».

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Quali sono le principali risorse e criticità che oggi i servizi si trovano ad affrontare?

«Le potenzialità sono riferibili all’alto livello di competenze presenti all’interno dell’Asl e ai vari progetti già attivati. La criticità maggiore è riferibile alla nota carenza di risorse, come a livello nazionale, e una trasversalità dell’organizzazione potrebbe essere un fattore migliorabile su cui lavorare. La direzione ha investito molto, negli ultimi anni, sulla possibilità di potenziare la multi-professionalità dell’intervento, elemento fondamentale nel settore della salute mentale. Questo è avvenuto soprattutto attraverso l’assunzione di educatori professionali e terapisti della riabilitazione psichiatrica, che hanno permesso di ampliare gli interventi in ambito riabilitativo e nella continuità ospedale-territorio (per esempio l’assunzione di educatori destinati a due servizi diversi con un fondamentale supporto alle situazioni di doppia diagnosi o di transizione). Tutto questo orientandosi sull’affermato modello bio-psico-sociale della malattia mentale e del disagio psichico, quindi sulla concorrenza di aspetti biologici, psicologici e di contesto sociale».

Quali sono i numeri delle prese in carico dei servizi e le situazioni affrontate dall’Asl?

«Nel 2024 circa 2.900 utenti hanno avuto accesso ai due servizi afferenti al dipartimento di salute mentale (circa mille al servizio dipendenze e poco più di 1.900 al servizio di psichiatria). Se da un lato il livello di disagio psichico è in forte aumento, dall’altro lo stigma verso la malattia mentale si è ridotto e i cittadini hanno meno resistenze a riconoscere il bisogno di aiuto e ad afferire ai servizi del nostro sistema di cura. Le caratteristiche cliniche delle situazioni che dobbiamo affrontare quotidianamente stanno mutando nel tempo; osserviamo un aumento dei disturbi di personalità, in cui vi è una compromissione del funzionamento della persona tendenzialmente stabile nel tempo ed esacerbato da situazioni contestuali avverse, e una diminuzione delle classiche psicosi, schizofrenia e disturbi bipolari in cui vi è una compromissione del corso e del contenuto del pensiero, della percezione, dell’umore progressiva e maggiormente invalidante. Da questo punto di vista appaiono frequenti casi misti in cui l’uso di sostanze stupefacenti o alcol esacerbano aspetti di vulnerabilità psichiatrica con quadri che possono essere reversibili in assenza di intossicazione. Si hanno sintomi psicotici senza essere psicotici».

Il servizio completo è sul numero di Gazzetta d’Alba in edicola da martedì 14 ottobre

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