
di Francesca Pinaffo
L’INTERVISTA – È fatta: da martedì scorso, 30 settembre, è iniziata una nuova fase all’ex Cinzano, a Santa Vittoria. Il giorno precedente, come Gazzetta d’Alba aveva anticipato, il gruppo NewPrinces – con sede a Reggio Emilia – ha perfezionato l’acquisizione al cento per cento della controllata della britannica Diageo proprietaria dello stabilimento roerino.
Sono stati comunicati i dettagli dell’operazione: 100 milioni di euro il valore della vendita, a fronte di una cassa positiva per circa 107 milioni. Con riferimento, poi, all’esercizio finanziario chiuso al 30 giugno 2024, Diageo ha generato ricavi per quasi 230 milioni, con un utile netto di 18,3.
Verrà garantita la totale continuità dell’occupazione e, per un massimo di quindici mesi, la Princes ready to drink Spa – il nuovo nome dell’azienda di Cinzano – riceverà commesse dalle affiliate di Diageo. Un accordo siglato tra le due aziende per garantire una transizione graduale tra una fase e l’altra.
Dietro a tutto questo, c’è Angelo Mastrolia, imprenditore di Salerno radicato in Emilia, partito dall’azienda di famiglia nel comparto lattiero-caseario per poi diversificare gli investimenti. L’alimentare, però, è diventato negli anni il suo business. La svolta è arrivata con l’acquisizione, nei primi anni Duemila, della Newlat, rilevata dal crac Parmalat. Al paniere si aggiungono via via altri marchi: Giglio, Pezzullo e la piemontese Centrale del latte, per esempio. La svolta internazionale è nel 2024, quando Mastrolia chiude l’affare e acquisisce la Princes limited, colosso britannico del settore, che determina anche un cambio di nome del gruppo: nasce così NewPrinces.
Lo scorso luglio, dopo aver annunciato da poche settimane la firma del contratto per Diageo, un altro colpaccio: per un miliardo di euro, l’imprenditore si porta a casa tutto il pacchetto Carrefour Italia. Lo abbiamo intervistato all’indomani del closing per il sito roerino. Mastrolia ha risposto da Santa Vittoria, dal suo nuovo ufficio.
Che cosa avverrà in questa prima fase, Mastrolia?
«Oggi (era il 1° ottobre, nda) siamo già del tutto operativi a Cinzano. Ho voluto essere presente in prima persona e conto di tornare con una certa frequenza. Il nuovo Consiglio di amministrazione è già insediato, con un gruppo dedicato per seguire questa prima fase. Con il nuovo nome, per questo stabilimento inizia una nuova storia».
La produzione a Santa Vittoria, per il momento, prevede ancora delle commesse da parte di Diageo.
«È quanto prevede l’accordo per questa fase iniziale. Poi, progressivamente, comincerà la produzione per conto dei marchi con cui collaboriamo e per i nostri marchi. Il settore resta quello delle bevande alcoliche e non: la dotazione e l’esperienza dei dipendenti dello stabilimento ci garantisce una certa flessibilità da questo punto di vista. E il mercato degli spirits e dei cosiddetti ready to drink è molto interessante, soprattutto se si guarda al Regno Unito. Abbiamo intenzione di produrre nuove linee».
Avete già in mente investimenti su Santa Vittoria?
«I progetti sono tanti e abbiamo già iniziato a discuterne. Senza dubbio andranno apportati miglioramenti, ma il primo obiettivo è recuperare volumi: evidentemente, se Diageo ha scelto di vendere, qualche problema c’era».
Ci saranno assunzioni?
«Anche in questo caso, in primo luogo, lo scopo primario era salvaguardare i posti di lavoro dei circa 300 lavoratori, che rappresentano la risorsa più grande dell’azienda».
A proposito di investimenti, nei mesi scorsi aveva espresso apprezzamenti per le cantine storiche dell’ex Cinzano: sta pensando anche di avviare nuovamente la produzione di vino?
«Abbiamo valutato lo stato degli impianti di imbottigliamento e, sebbene fermi da parecchi anni (dal 2016, nda), sono in buone condizioni. Ci piacerebbe reinserirci anche in questo settore, magari pensando a una collaborazione con Carrefour Italia, con una produzione dedicata».
Con questa acquisizione, il Piemonte diventa una delle regioni italiane in cui è più presente NewPrinces.
«È così. E se consideriamo i Carrefour, superiamo i tremila dipendenti: è un luogo in cui merita investire».