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Luci sulla Palestina: veglia a Verduno con i nomi dei medici uccisi

Centinaia di persone davanti al Ferrero per il flash mob che coinvolge gli ospedali italiani

Luci sulla Palestina: veglia a Verduno con i nomi dei medici uccisi 2

di Andrea Olimpi, video e immagini di Beppe Malò

VERDUNO – Giovedì 2 ottobre dalle ore 21 è in corso davanti all’ospedale di Verduno il flash mob “Luci sulla Palestina – 100 ospedali per Gaza”, promosso in tutta Italia dalla rete delle operatrici e degli operatori sanitari #DigiunoPerGaza. L’iniziativa, che si svolge contemporaneamente in cento ospedali italiani, vuole «esprimere solidarietà al popolo palestinese, condannare il genocidio in corso e ricordare i 1.677 sanitari uccisi a Gaza».

Davanti all’ospedale di Verduno sono presenti diverse centinaia di persone. Durante la veglia vengono proiettati e letti i nomi di tutti i medici uccisi nei territori palestinesi, in un momento di raccoglimento e testimonianza civile.

Luci sulla Palestina: veglia a Verduno con i nomi dei medici uccisi

Una notte illuminata per Gaza

Alle ore 21, in tutta Italia, i partecipanti hanno acceso torce, lampade, lumini, candele o semplicemente i propri cellulari per illuminare simbolicamente la notte di Gaza e ricordare le oltre 60mila vittime palestinesi degli ultimi due anni, tra cui i 1.677 operatori sanitari.

La voce degli organizzatori

«Stasera siamo di fronte all’ospedale di Verduno – ha detto a inizio veglia la portavoce leggendo la dichiarazione di #digiunopergaza preparata per l’evento – e, insieme a migliaia di colleghe, colleghi e cittadini riuniti in circa 230 ospedali italiani, chiediamo che si fermi il genocidio del popolo palestinese.

Siamo accanto alle donne e agli uomini della Global Sumud Flotilla, a cui va la nostra gratitudine per l’impresa coraggiosa, disarmata e umanitaria che ha smascherato ipocrisie e complicità dei governi, incluso il nostro, nel sostenere i crimini di Israele.

Come operatori sanitari sappiamo che non esiste neutralità davanti alla distruzione deliberata di ospedali e vite. Difendere la salute significa difendere l’umanità e per questo scegliamo di “prendere parte”: la nostra parte è quella della cura, del diritto alla vita e della difesa dell’umanità.

I palestinesi sanno di noi e nelle nostre mobilitazioni trovano speranza. Siamo la loro voce contro l’isolamento imposto da Israele, la prova che non ci arrendiamo all’indifferenza. Denunciamo apertamente il genocidio in corso e mettiamo i nostri volti e i nostri corpi al servizio di questa denuncia.

Chiediamo al Governo e alle istituzioni, comprese le aziende sanitarie, di agire con urgenza e di rompere ogni complicità con Israele. Non accetteremo mai di “normalizzare” un genocidio. La mobilitazione continua oggi e nei giorni a venire, unita in un unico obiettivo: pace e giustizia per la Palestina.

A Gaza gli operatori sanitari vengono presi deliberatamente di mira: 361 sono detenuti senza processo nelle carceri israeliane, sottoposti a torture, violenze e uccisioni. Molti altri sono stati assassinati. Questa sera leggeremo, a staffetta in tutte le regioni, i nomi dei 1.677 sanitari palestinesi uccisi dall’esercito israeliano dal 7 ottobre 2023.»

Un’iniziativa dal basso

Il flash mob, pur promosso dalla rete #DigiunoGaza, è organizzato localmente da personale medico, cittadini e associazioni che si offrono di gestire e sostenere le veglie. «La partecipazione dei singoli è fondamentale – spiegano gli organizzatori – perché ciascun presidio nasce dall’impegno volontario dei gruppi locali».

La lista degli ospedali coinvolti, in costante aggiornamento, così come il modulo per aderire, sono disponibili sul sito www.digiunogaza.it.

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