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Riparare ogni scarpa, scelta etica e culturale: Bra ospita Calzita lab, raduno dei calzolai

Al Movicentro c’è Calzita lab, l’adunata nazionale dei calzolai per parlare di tecniche per il riutilizzo, attrezzi del mestiere e anche qualità degli interventi e sostenibilità ambientale

di Valter Manzone

BRA – Riparare scarpe (e non solo) è un atto di responsabilità verso il Pianeta, verso il lavoro e verso la storia degli oggetti che indossiamo. Possiamo affermare che sia questa la filosofia della quarta edizione di Calzita lab, l’evento formativo e culturale organizzato dall’associazione Calzolai italiani, nata per informarsi e per stare al passo con un mondo dei consumi che cambia rapidamente. L’evento, che quest’anno è ospitato a Bra, vede la sinergia degli organizzatori con Calzolai 2.0 (rappresentanza sindacale della categoria), organismo che è presieduto dal professionista braidese e assessore Francesco Matera.

L’assessore, conosciuto col soprannome Checco, spiega: «Quella che si vivrà al Movicentro sabato 25 e domenica 26 ottobre sarà una manifestazione ricca e completa. Al suo interno spazi dimostrativi per espositori, docenti e professionisti che sapranno esprimere la loro maestria artigianale». Aggiungono dall’associazione Calzolai italiani: «Più di un semplice workshop, Calzita lab è un luogo di confronto, aggiornamento tecnico e riconoscimento professionale, dedicato ad artigiani riparatori, restauratori e produttori che ogni giorno scelgono di dare nuova vita alle scarpe, non solo come atto tecnico, ma come scelta etica, culturale e sostenibile».

Riparare ogni scarpa, scelta etica e culturale: Bra ospita Calzita lab, raduno dei calzolai 1

La nostra epoca è dominata dal consumo rapido e dall’obsolescenza programmata, il raduno dei ciabattini afferma con forza un’altra visione: «Riparare ogni tipo di oggetto è un principio che trova piena consonanza con il pensiero della green economy: non solo per appartenenza, ma per consapevolezza e condivisione di valori», dicono gli artigiani.

Si parlerà di formazione tecnica, di attrezzi del mestiere, di prodotti e materiali e anche di procedure, tecnologie e macchinari per migliorare precisione, efficienza e qualità degli interventi.

A fianco dei maestri ci saranno aziende leader del comparto calzaturiero che presenteranno prodotti innovativi e attrezzature per supportare la crescente cultura del riuso. Ci sarà Mastershoes 2025, la finale tra i migliori artigiani internazionali che si sfideranno nella riparazione della calzatura.

Conclude il presidente Matera: «Nella serata di sabato 25 ottobre ci sarà la cena di san Crispino, il nostro patrono. Ci troveremo nella bocciofila di viale Industria per l’assemblea dell’associazione Calzolai 2.0 (alle 18.30), che aderisce anche a Confartigianato e per il rinnovo dei vertici, dopo di che è previsto il momento conviviale. Domenica 26 continuerà al Movicentro la formazione per gli artigiani del settore calzaturiero che rappresenta, da sempre, un’eccellenza italiana».

Mastershoes – La capacità di aggiustare diventa gara e batte persino la deriva consumistica

Al centro dell’evento Calzita lab, al Movicentro di piazza Nassyria, ci sarà anche la seconda edizione di Mastershoes, una prova internazionale dedicata alla maestria dei calzolai. La gara, che prevede 10 concorrenti, si svilupperà nella giornata di sabato 25 ottobre dalle 9.30 alle 18 e di domenica 26 dalle 9 alle 13. I bravi artigiani provenienti da diversi Paesi europei si sfideranno, davanti all’apposita giuria, dimostrando padronanza tecnica, creatività, rispetto per il materiale originale e per l’ambiente. Si tratta di un tributo al processo, alle ore di lavoro, cercando il dettaglio perfetto, alla capacità di saper rigenerare una scarpa con passione.

Un calzolaio ci racconta: «Ogni intervento richiama un sapere ben antico che si rinnova, che non teme il futuro, ma si impegna tanto per costruirlo». Ai tre calzolai migliori andranno attestato, coppa e anche un macchinario.

Il concorso vuole essere un manifesto pratico per un’Italia che non butta via ma aggiusta, che rigenera senza sprecare gli oggetti e cammina con passo sicuro e scarpe curate. Per ogni altro dettaglio: info@calzolaiitaliani.it.

Checco Matera ha seguito le orme paterne

Riparare ogni scarpa, scelta etica e culturale: Bra ospita Calzita lab, raduno dei calzolai
Checco Matera, calzolaio e assessore

Nella vita, oltre al mestiere di calzolaio, con bottega in via Moffa di Lisio, Checco Matera, che ha seguito le orme paterne e dal 2009 ripara e produce calzature, è anche assessore della Giunta comunale braidese e presidente dell’associazione Calzolai 2.0 che collabora nell’organizzazione dell’evento Calzita lab in programma a Bra il 25 e 26 ottobre.

Presidente Matera, che rapporto hanno gli italiani con i calzolai nel 2025?

«Il calzolaio è parte integrante di città, paesi e quartieri; è una figura importante a livello sociale perché diventa un punto di riferimento, dove riportare a nuovo le proprie scarpe. Per noi artigiani, invece, occorre saper andare di pari passo con le esigenze della clientela che non è solo italiana; oggi prende piede un mondo di scarpe che seguono il trend della moda globale. Il calzolaio deve riuscire a educare, tramite la relazione con la clientela, al riuso e all’etica del recupero».

Qual è l’aspetto più intrigante del suo lavoro?

«Il lato più interessante è il fatto che nelle calzature non c’è standardizzazione. La rottura di una scarpa non è mai uguale a un’altra e ogni riparazione chiede al calzolaio di dedicarsi a un oggetto specifico che va lavorato e curato con un tocco peculiare. Un secondo aspetto è rappresentato dalla rete che, grazie a Internet, siamo riusciti a creare con tutti i colleghi d’Italia. Siamo una categoria che ha imparato a condividere molto le abilità tipiche del mestiere, pur essendo, davvero, dislocati e sparsi in tutto il Paese».

Come si può battere la concorrenza con le scarpe di importazione, per esempio dalla Cina?

«Innanzitutto direi che per la manifattura italiana non c’è concorrenza con le scarpe di importazione. Questo perché, molto spesso, gli oggetti che arrivano da lontano sono realizzati con materiali di dubbia salubrità e sono mal fatti».

In questo caso le riparazioni cambiano?

«Su scarpe di bassa qualità le rotture sono di difficile riparazione e fanno capire al cliente che la scelta fatta per risparmiare non è stata felice. Calzature mal fatte, poi, influiscono anche sulla postura di chi le indossa. Occorre creare delle buone relazioni con la nostra clientela, guidandola a fare acquisti consapevoli e di prodotti locali».

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