
di Francesca Pinaffo
ALBA – Un atto chiaro, per cercare di sbloccare l’opera più attesa – e anche discussa – sotto le torri: il terzo ponte sul Tanaro, il cui iter è in mano alla Provincia sulla base di una convenzione siglata nel 2021. Lunedì scorso, 20 ottobre, il Consiglio provinciale ha analizzato la delibera con la quale si dà il via libera alla ripresa della progettazione per la cosiddetta variante Est, dalla zona industriale (in corrispondenza del casello autostradale dell’A33) a viale Cherasca. Oltre al ponte, a nove campate, il piano prevede anche tre nuove rotatorie.
Le risorse
Ne parla Massimo Antoniotti, vicepresidente provinciale: «La situazione a livello di risorse è invariata, ma allo stesso tempo riteniamo fondamentale fare in modo che si vada avanti». Secondo il progetto di fattibilità tecnico-economica approvato nel 2023, redatto dalla cordata di professionisti che si sono aggiudicati l’appalto dell’anno precedente, servono 46 milioni per realizzare l’opera. «Con molta probabilità oggi sarebbero di meno: infatti, il calcolo è stato messo a punto nel periodo di massimo innalzamento dei prezzi, dopo la pandemia», specifica Antoniotti. Nella delibera si parla di costi effettivamente solo «parzialmente coperti». E si citano i 12 milioni dei cosiddetti fondi Crosetto. Ci sarebbero anche 20 milioni provenienti dal Fondo coesione e sviluppo, annunciati nel 2022. «Il quadro è lo stesso», ribadisce il vicepresidente. Insomma, se le risorse sono tutte confermate, mancherebbero tra 10 e 14 milioni secondo il progetto oggi in mano alla Provincia.
I cambiamenti normativi
Il motivo della delibera è però un altro. Nasce dal fatto che, nel 2023, è entrato in vigore il nuovo Codice degli appalti. «Prima le fasi progettuali erano tre, ora sono due: con questo atto, si potrà procedere con l’integrazione del progetto di fattibilità tecnico-economica in nostro possesso, tramite le varie autorizzazioni e soprattutto la valutazione di impatto ambientale e la valutazione ambientale strategica». Nel frattempo, poi, si procederà con la ricerca dei fondi mancanti, «condizione essenziale per l’esecutivo». La strada è definita, almeno sulla carta.