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Addio a Pieraldo Vola editore di Castiglione Tinella che si era formato con i Paolini e da Roma era ambasciatore della Langa

Addio a Pieraldo Vola editore di Castiglione Tinella che da Roma era ambasciatore della Langa

CASTIGLIONE TINELLA – La notizia della morte di Pieraldo Vola, originario del paese di Langa, arriva a funerali avvenuti; gli amici si ritroveranno domenica 9 novembre alle 11.15 nella parrocchia di Sant’Andrea e pregheranno per lui durante la Messa.

Vola aveva 90 anni e da tempo viveva a Roma dove seguiva la sua casa editrice Pieraldo fondata nel 1972 e nota per le pubblicazioni di qualità.

Le sue ceneri verranno poi accolte nel cimitero di Castiglione Tinella.

Riproponiamo ai lettori un articolo pubblicato su Gazzetta del 10 gennaio 2017 che ne traccia la biografia.

Pieraldo Vola, il tipografo del Papa

Nativo di Castiglione Tinella, l’editore romano, molto legato alla Langa, di cui si è fatto ambasciatore, racconta la sua vicenda umana e professionale

La morte della madre, avvenuta nel 1940, quando Pieraldo aveva solo cinque anni, ne segnò il destino. Un momento tragico, che pure, per le insondabili coincidenze della vita, portò al bambino, insieme a un grande dolore, un destino benevolo. Sotto lo sguardo del parroco di Castiglione Tinella, don Giovanni Borgna, il piccolo frequentò le elementari presso i Giuseppini, poi, dodicenne, approdò alla Società San Paolo per un lungo periodo di formazione professionale e umana.

Pieraldo Vola oggi è un editore, vive a Roma, dove opera anche per la Libreria editrice vaticana. Ha molto lavorato, frequentato persone di valore, costruito solidità per la sua famiglia, ma ha conservato e rafforzato per tutta l’esistenza le radici langarole, che forse non poco hanno influito sul suo successo. A dicembre 2016, per citare l’ultimo incontro con l’Albese, ha organizzato a favore del nascente Emporio solidale della Caritas un concerto in San Domenico, che ha visto come protagonista al pianoforte il cardinale Lorenzo Baldisseri.

È Vola a raccontare: «Dai 14 ai 21 anni sono stato inviato a Parigi, insieme a don Delmonte, don Di Cesare e frate Maggiorino per dare vita nella capitale francese alla Casa
paolina. Era il 1949 quando arrivammo. I Paolini avevano acquistato una villa in rue de Varenne, dove avviarono una tipografia a cui lavorai anch’io. I nostri primi clienti
furono i missionari italiani in Francia, che seguivano in quel frangente i numerosi immigrati giunti dall’Italia. Operavamo pure al servizio della Nunziatura, che si trovava
nella stessa via, a poca distanza da noi, tanto che ogni domenica veniva a pranzo l’allora nunzio apostolico Giuseppe Angelo Roncalli».

Il futuro papa Giovanni XXIII, canonizzato il 27 aprile 2014 da papa Francesco insieme a Giovanni Paolo II, prese sotto la sua ala il giovane Vola, spesso nel suo ufficio per gli ordinativi: «Divenni presto il suo beniamino: ogni volta erano ilarità e cioccolatini. Lo ricordo come una persona aperta e gioviale, molto attenta a noi ragazzi. Eravamo in otto e ogni domenica ci voleva accanto, insieme ai nostri superiori, per il pranzo. Terminato il pasto dava il calcio d’inizio alla partitella che si disputava nel pomeriggio e
poi ci lasciava».

Dopo la Francia, Pieraldo, che non prese i voti, fu avviato, anche grazie all’aiuto della San Paolo, al lavoro tipografico a Torino. Vola ricorda con gratitudine «il periodo proficuo di esperienze professionali e personali» trascorso dai Paolini e le frequentazioni con personaggi come don Schiatti, don Zilli, fratel Giraldo, don Foconetti, don Zega e don Bruno Gonella, con il quale «ho mantenuto un costante contatto fino a oggi».

Dal 1959 lo troviamo invece a Roma, al lavoro per Giuseppe Ciarrapico, mentre il 1970 sarà l’anno del grande salto: nasce la Pieraldo editore, un marchio che si contraddistingue per la serietà e l’accuratezza delle pubblicazioni. Tra le numerose realizzazioni il fiore all’occhiello, che Vola ama citare, è la pubblicazione in versi (in inglese con traduzione a fronte in italiano) della Divina Commedia, curata dall’intellettuale e poeta americano Allen Mandelbaum.

Ma nella vita di Pieraldo, ieri come oggi, insiste, accanto all’amore per il suo lavoro, il legame con la Langa: «Non posso dimenticare l’interesse destato nel 1955 dal volume Castion di Fermo Cerruti: la storia del mio paese, Castiglione Tinella, con prefazione di Franco Piccinelli, Romano Penna ed Ezio Rivella. Pensi che Michele Ferrero ne ospitò la presentazione, invitando, oltre al senatore Sarti, tre ministri: Donat Cattin, Goria e Pastore».

E il rapporto con la terra d’origine si rafforza negli anni attraverso tante amicizie – a cominciare da quella con Raoul Molinari – la cittadinanza onoraria conferitagli da Santo Stefano Belbo, il premio Cesare Pavese assegnato alla Pieraldo editore per il romanzo La voliera di Piergiulio Cottini, mentre l’editore si fa “ambasciatore” del territorio a Roma: presso il reale circolo canottieri Tevere Remo è un lungo susseguirsi d’incontri con e per l’Albese, di recente culminati nell’omaggio al riconoscimento Unesco.

Maria Grazia Olivero

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