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Con il nuovo piano di raccolta dei rifiuti: «In città il risparmio è notevole, la Tari è tra le più basse»

L’80 per cento degli albesi ha ritirato i sacchi conformi, l'Amministrazione sta facendo dei controlli per capire chi manca

Piano rifiuti incardinato in Aula
Immagine d'archivio.

di Davide Barile

IN CONSIGLIO – Pure in Consiglio comunale si è parlato di rifiuti. Su sollecitazione del consigliere Luciano Giri, l’assessore Roberto Cavallo ha illustrato i progressi riscontrati da quando, il 23 giugno, è stata messa in pratica una stretta sulle irregolarità, come già previsto dal regolamento del 2021. «Attraverso il piano approvato ad aprile, la Regione Piemonte obbliga ad arrivare all’82 per cento di raccolta differenziata e a ridurre a 90 chilogrammi la quota annuale di indifferenziato per ogni abitante», ha esordito l’assessore.

I rifiuti piemontesi restano in Piemonte

«Gli obiettivi europei impongono il 65 per cento di riciclo. È un valore diverso rispetto alla raccolta differenziata, perché non tutto ciò che smaltiamo può essere avviato a riciclo, a volte sono presenti impurità. In più, ora è richiesta l’autonomia regionale: significa che noi piemontesi dobbiamo gestire i rifiuti che produciamo. Facendo un rapido calcolo, 90 chilogrammi per 4 milioni e 250mila piemontesi fanno circa 400mila tonnellate di indifferenziato da smaltire. Per questo, di recente si sta parlando della costruzione della quarta linea dell’inceneritore del Gerbido, impianto che per ora smaltisce 400mila tonnellate di rifiuti. I nostri vanno al cementificio di Robilante».

A essere pienamente in linea con le richieste, «per ora ci sono le province di Verbania, di Novara e il consorzio Chierese. Posso dire che nella classifica rientra pure il nostro Coabser: prima che Alba attuasse il cambiamento virtuoso, eravamo all’81 per cento di raccolta differenziata e a 100 chilogrammi di indifferenziato annuo pro capite. Attendiamo l’arrivo dei nuovi dati per certificare i progressi e il raggiungimento degli obiettivi regionali», spiega l’assessore.

Le nuove regola in città

In città, dal 23 giugno: «Con le verifiche più stringenti sull’uso del sacco conforme, i rifiuti indifferenziati sono scesi del 22 per cento: da circa 135 chilogrammi, la media è ora sotto i 100. A luglio sono stati 92 e a settembre 98, mentre a ottobre, mese caratterizzato da un maggiore afflusso di persone, siamo arrivati a 120: lo scorso anno eravamo a 150. La raccolta differenziata, poi, è aumentata di 7 punti percentuali: siamo oltre l’80 per cento». Tradotto in termini economici, «buttare via l’immondizia costa 181,5 euro a tonnellata: ora stiamo risparmiando 15mila euro ogni mese».

Una tari da far invidia al resto d’Italia

In conclusione, Cavallo ha affermato: «Abbiamo iniziato a programmare, con Str (Società trattamento rifiuti), la progettazione del nuovo appalto di raccolta. L’80 per cento degli albesi ha ritirato i sacchi conformi, stiamo facendo delle verifiche per capire chi manca. A volte, c’è chi è ancora iscritto all’anagrafe pur risiedendo altrove. Tra l’altro, ora stanno arrivando le lettere per il ritiro dei sacchetti per il 2026. Dall’Amministrazione Marello in avanti, Alba è uno dei Comuni che applica la Tari più bassa d’Italia. Se raggiungeremo gli obiettivi potremo ancora migliorare il servizio. Per dare l’idea di cosa significhi investire sulla raccolta dei rifiuti faccio un esempio: se abbiamo una banconota da 5 euro, possiamo scegliere se bruciarla a Robilante o usarla per pagare una persona che ci aiuta».

Le novità per abiti usati e metalli

Da inizio novembre c’è una novità nella raccolta differenziata albese: l’introduzione del sacco rosso per i metalli, che sarà ritirato porta a porta nelle date previste dal calendario nelle varie zone. All’interno, potranno essere posti lattine, scatolette, tappi e coperchi di barattoli, bombolette spray esaurite, fogli e involucri in alluminio, utensili e piccoli oggetti in metallo come caffettiere, piccole pentole, utensili da cucina, chiavi, catene, lucchetti e bulloni. L’assessore Roberto Cavallo mantiene così una promessa fatta all’indomani delle elezioni: «Prima era possibile mettere i metalli nel sacchetto dell’indifferenziato, ma essendo oggetti voluminosi i cittadini rischiavano di riempirli troppo in fretta ed esaurire la dotazione annua».

Sull’eliminazione dei cassonetti gialli per la raccolta degli abiti usati, durante il Consiglio comunale, ha aggiunto: «Abbiamo scelto di toglierli per due motivi. Primo, vicino a dove sono presenti aumentano gli abbandoni. Secondo, c’era chi calava dei bambini all’interno per raccogliere i capi in buono stato, mettendo a rischio la vita dei piccoli».  d.ba.

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