ASTI – Una donna di 46 anni, di nazionalità brasiliana, residente a Montegrotto Terme (Padova) è finita in carcere dopo che la Procura di Asti ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare ritenendola responsabile dei reati di sostituzione di persona ed estorsione aggravata ai danni di un cinquantunenne astigiano.
Secondo quanto ricostruito durante le investigazioni della sezione giudiziaria della Polizia di Stato, l’indagata si era registrata su un noto sito di incontri sessuali utilizzando una falsa identità per fingersi escort. Una volta stabilito il contatto con la vittima ne carpiva informazioni personali, inclusi profili social e contatti telefonici.
A quel punto, la donna avviava pressanti richieste di denaro, accompagnate dalla minaccia esplicita di diffondere le chat a carattere erotico ai familiari e ai colleghi dell’uomo. Nell’arco di sei la ricattatrice è riuscita a estorcere alla vittima 62mila euro.
Dall’attività d’indagine emergeva un’assoluta incapacità della vittima di opporsi al reato. Ogni qualvolta l’uomo tentava di affrancarsi dal ricatto, l’indagata iniziava una nuova persecuzione nei suoi confronti che costringevano lo sventurato a effettuare ingenti pagamenti fino a quando, nella primavera scorsa, stremato economicamente e moralmente, riusciva a trovare la forza di denunciare l’accaduto.
Nonostante la malvivente avesse utilizzato una falsa identità, utenze telefoniche fittiziamente intestate e conti esteri per far confluire i profitti illeciti, gli investigatori astigiani riuscivano – grazie all’escussione di persone informate sui fatti, analisi di tabulati telefonici e accertamenti finanziari – a ricostruire con precisione e in tempi rapidi la complessa vicenda.
Il robusto quadro probatorio raccolto ha consentito alla Procura della Repubblica di Asti di chiedere al Giudice per le indagini preliminari l’emissione della misura cautelare in carcere, eseguita il 5 novembre dalla Polizia di Asti in collaborazione con la squadra mobile della Questura di Padova. Sono anche state eseguite operazioni finalizzate al sequestro preventivo di somme, di beni e altre utilità fino al valore equivalente al danno cagionato alla persona offesa.
Nell’illustrare la vicenda la Procura astigiana ribadisce l’importanza di non cedere ad alcuna forma di ricatto e invita i cittadini a denunciare tempestivamente eventuali reati della stessa specie, anche se solo tentati.
Le indagini non sono terminate e potrebbero essere individuate probabili ulteriori vittime di analoghe estorsioni sessuali e che potrebbero anche emergere elementi a favore dell’indagata, da presumersi innocente fino a quando non sia pronunciata sentenza di condanna definitiva.
