di Pierangelo Vacchetto
ALBA – Il monologo di Andrea Scanzi, La Sciagura, arriva ad Alba al teatro Sociale, a cura del gruppo Anteprima, davanti a un pubblico diversificato composto sia da chi conosce bene le sue apparizioni televisive, i suoi contributi social, le sue rubriche, fino al curioso attratto da sottotitolo provocatorio della serata: Cronaca di un governo di scappati di casa.
Un’ora e mezza di satira politica serrata, intelligente, a tratti spietata, che non lascia indifferenti. Sul palco Scanzi non ha bisogno di orpelli: una scrivania, pochi oggetti, un controluce caldo che crea un’atmosfera da “studio televisivo disilluso”.
Si entra subito nel tono giusto: quello del commentatore che osserva il presente con misto di ironia, fastidio e rassegnazione. Non c’è un attimo di pausa: lo spettacolo è costruito come un lungo flusso narrativo in cui le battute si alternano a momenti di indignazione e riflessione.
La sua satira è chirurgica: tira fuori gaffe, contraddizioni, promesse mancate, dettagli di cronaca politica recente; li presenta con ritmo da stand-up e li collega in modo da formare un quadro complessivo che strappa risate, ma allo stesso tempo inquieta e invita alla riflessione.
La platea albese si è dimostrata partecipe. Risate nei momenti più taglienti, applausi soprattutto quando il monologo tocca temi di attualità sociale oltre che politica. Scanzi si conferma un narratore solido, che sul palco sa tenere ritmo, tempi comici e momenti di pausa. La sua forza non è solo la battuta, ma la capacità di collegare fatti, creare contesto, portare il pubblico dentro un ragionamento complesso senza risultare pesante. Piace a chi già apprezza Scanzi, sorprende chi lo conosce solo marginalmente e irrita leggermente chi non ne condivide la visione, ma sempre stimolando riflessione, che è esattamente ciò che la satira dovrebbe fare.









