di Davide Barile
LOCALITÀ TOPPINO – All’inizio degli anni Ottanta il Comune di Alba fece costruire la discarica di località Toppino. Posta dove il Tanaro compie una grande ansa, esaurì il proprio ruolo con l’apertura del nuovo impianto di Cascina del mago a Sommariva Perno. Per la vicinanza al fiume, durante l’alluvione del 1994 subì grossi danni. Come ricorda Roberto Cavallo, che all’epoca compiva i primi passi nella tutela dell’ambiente: «Tale discarica fu costruita prima della legge che recepiva la direttiva europea sul tema. Senza norme in merito, bastava scavare un buco e buttare dentro i rifiuti. L’impianto di località Toppino sostituì quello esistente già dalla fine degli anni Cinquanta nell’attuale piazza Medford. Alba fu una delle prime città ad avviare la raccolta urbana dei rifiuti».
Un impianto rudimentale ma più sicuro di altri
Pur senza dover per forza sottostare ad alcuna legge, la discarica Toppino, spiega, «fu costruita in un terreno argilloso e, di conseguenza, naturalmente impermeabile. Se si considera il rischio di inquinamento della falda, rispetto ad altri siti coevi è molto più sicuro. Oggi la legge impone, per la costruzione delle discariche, l’uso di diversi strati di argilla, la posa di un telo impermeabile in neoprene e l’edificazione di pozzetti di captazione di biogas e percolato».
Quando le rocche del Roero erano “discariche naturali”
Se Alba ha avuto i due citati impianti rudimentali per la raccolta dei rifiuti, aggiunge Cavallo, «altrove la gente si arrangiava. Nel Roero, per esempio, la discarica naturale erano le rocche. Considerata la percentuale di rifiuti organici data in pasto agli animali e la diffusione ancora limitata di plastica, negli anni Settanta si producevano 200 chilogrammi l’anno di immondizia. Oggi, ad Alba, siamo a 600».
La forma “a Corsica” e la messa in sicurezza del sito
La discarica Toppino, racconta, «aveva una forma simile alla Corsica: durante l’alluvione del ’94 il dito fu spazzato via e i rifiuti arrivarono all’Adriatico. Nel 1998, durante il mio primo periodo da assessore nella Giunta Demaria, grazie all’ingegner Novello la parte alluvionata fu messa in sicurezza. Fu posato un telo ricoperto da argilla e inerti. Potei vedere la stratificazione dell’immondizia e notai che si trattava soprattutto di rifiuti urbani. In altri siti simili la situazione è diversa, a volte si trovano fusti pieni di sostanze pericolose».
Oggi il sito è stabile e protetto dagli argini del Tanaro
Ora, pur riconoscendo che «la discarica è da bonificare, da assessore direi di non preoccuparsi. Il Tanaro è ora protetto da argini e tutto ciò che si trova dove sorgeva la discarica Toppino è immobile».

