ALBA – La Maratona fenogliana di quest’anno sarà dedicata alla lettura di Un giorno di fuoco, racconto pubblicato per la prima volta settant’anni fa, sul numero 70 dell’ottobre 1955 dalla rivista fiorentina Paragone di Anna Banti e Roberto Longhi. L’opera, che in seguito uscì per Garzanti nella raccolta postuma dell’aprile 1963, può essere letta in mezz’ora e la serata sarà ricca di contenuti. La data è sabato 8 novembre, alle 17, in San Domenico: il Centro studi Beppe Fenoglio ha scelto di dedicarla alla memoria di Francesca “Checca” Pasquero, animatrice culturale, componente dell’Anpi e dello stesso Centro studi Beppe Fenoglio.
Lettori e partecipanti
Pure quest’anno le domande per partecipare e leggere una parte del testo sono giunte da tutta Italia. Tra i lettori che si susseguiranno ci sarà anche lo scrittore Marco Missiroli; come da consuetudine, la prima pagina sarà letta dal sindaco di Alba e l’ultima da Margherita Fenoglio usando una copia carbone originale del dattiloscritto. Questa è stata fornita da Daniele Cerrato, consigliere del Centro studi e figlio di Ugo, grande amico di Fenoglio.
«Prima della lettura», spiega Cerrato, «io, Edoardo Borra e altri faremo alcuni interventi per contestualizzare il racconto. Leggeremo pure un’intervista in cui mio papà racconta di quando Fenoglio scrisse il racconto a San Benedetto. Per documentarsi sui fatti di Gorzegno, egli fece alcune ricerche negli archivi dei giornali locali. Nel Diario del 1954 scrisse “devo andare a Gorzegno a vedere i posti e farmi raccontare”: lo accompagnò mio papà con la Lambretta, e pare che iniziarono a pagare bottiglie di Dolcetto alle persone del posto per avere informazioni più dettagliate».
Dalla vicenda originale Fenoglio trasse la versione passata alla storia della letteratura.
La copia originale del dattiloscritto
Daniele Cerrato spiega: «Era d’uso fare varie copie dell’originale in carta carbone: quella che Fenoglio spedì ai miei genitori è l’unica rimasta. Lo ha confermato, durante il centenario dello scrittore nel 2022, pure Luca Bufano. Nel fondo Fenoglio non è presente e quella dell’archivio Einaudi è andata perduta. Essendo la bella copia, non ci sono correzioni. Si ritrovano alcune abitudini di Beppe Fenoglio: per esempio, “po’” è scritto “pò” con l’accento e non con l’apostrofo per avanzare una battuta. Al fondo, c’è la firma dattiloscritta».
Al momento «la copia non è ancora stata digitalizzata. Rimedieremo a breve». Durante la Maratona, la copia del dattiloscritto sarà esposta sotto una teca: «La conservo come una reliquia, i fogli sono molto sottili. Sono contento che l’archivio venga valorizzato, per l’anniversario il presidente del Centro studi Riccardo Corino voleva fare qualcosa di particolare e mi è sembrato che concedere la copia carbone dell’originale fosse la cosa migliore».
Interventi teatrali e musicali
Al termine della Maratona, l’attore Beppe Rosso, ideatore dell’adattamento teatrale di Un giorno di fuoco, parlerà di come la scrittura di Beppe Fenoglio possa essere portata a teatro.
L’ospite musicale della Maratona sarà il gruppo L’orage. Fondato nel 2008 dal cantautore Alberto Visconti e dai fratelli Rémy e Vincent Boniface, vincitori di Musicultura 2012, ha pubblicato album e collaborato con artisti come Francesco De Gregori, Erriquez, Francesco Tricarico.
Il progetto artistico
In San Domenico è in corso il terzo capitolo di More than kids, il progetto di Valerio Berruti che segue le esposizioni alla Fondazione Ferrero e al Palazzo Reale di Milano (ancora in corso e che ospiterà, il 13 novembre, un’appendice della Maratona).
Berruti è l’autore di Partigiani, opera del 2013 custodita al Centro studi e divenuta l’immagine della Maratona, di Come il vento tra i salici, videoanimazione del 2017 che unisce i suoi disegni alla traduzione fenogliana del testo The wind in the willows di Kenneth Grahame con la colonna sonora di Gianmaria Testa.
Secondo Riccardo Corino, presidente del Centro studi, «vivremo così un intreccio di sguardi infantili, da quelli plastici delle opere di Valerio Berruti a quello del bambino cui Beppe Fenoglio affida la narrazione delle gesta di Pietro Gallesio».
Le parole di Valerio Berruti
Valerio Berruti dice di essere «un grande estimatore di Beppe Fenoglio, lo ritengo un maestro spirituale e un riferimento principale. Un giorno di fuoco è una delle opere fenogliane che preferisco: soprattutto se lo contestualizziamo al giorno d’oggi, capiamo quanto l’autore sia stato avanti nel prevedere i fenomeni delle false notizie e la decadenza culturale di un tempo in cui non sappiamo più distinguere cosa è vero da cosa è falso. Il fatto che la Maratona sia abbinata al mio lavoro mi affascina e mi onora».
Fenoglio «era di sicuro una persona simpaticissima, nella sua scrittura usa una chiave sarcastica e mai banale. La sua è una visione disincantata della realtà, nonostante tratti di temi di cronaca nera prova un certo affetto nei confronti di Gallesio che spara alla gente».
Riguardo all’opera presente in San Domenico, Valerio Berruti aggiunge: «La mia idea riguarda la necessità di fare qualcosa per fermare il cambiamento climatico. Se non ci attiveremo, rischieremo di essere mangiati dalla terra come i bambini dell’opera».
