di Silvana Fenocchio
TREISO La popolare comica torinese Luciana Littizzetto, ieri è stata a Treiso, per ricevere il premio culturale Publio Elvio Pertinace, riconoscimento, giunto alla trentatreesima edizione, che ogni anno viene assegnato a personalità che, con il proprio impegno, contribuiscono a valorizzare il Piemonte e la cultura italiana. Attrice e scrittrice, Luciana Littizietto nota per il suo stile ironico e sarcastico che prende spunto da temi socialii e politici è arrivata nel pomeriggio, al centro culturale Don Flori, accolta dagli amministratori locali e dai cittadini treisesi, e ha subito incontrato i bambini delle scuole. Un po’ emozionati i piccoli le fatto una piccola intervista, facendo riferimento, in particolare, alla sua passata carriera da insegnante, e le hanno dedicato la poesia di Gianni Rodari Girotondo di tutto il mondo.
Il premio le è stato consegnato dal sindaco Andrea Pionzo, assieme ai vincitori delle scorse edizioni.«Non salvo vite, come alcuni dei premiati qui presenti, ma porto solo un po’ di leggerezza, che credo in questi tempi sia vitale, perché abbiamo una realtà pesante. Ciò che faccio io è galleggiare un po’ più in alto, però ogni tanto è bene stare nel presente», ha esordito Littizzetto ringraziando per il riconoscimento.
«Mi piace molto questo territorio. Siete tutti molto orgogliosi della vostra terra, a tal punto che volete farla conoscere agli altri, partecipate agli eventi, siete proprio fatti di questa terra, che non è una cosa comune. Questo mi piace molto, mi piacciono queste comunità piccole come quella di Treiso, che sono compatte, resistono e sono orgogliose di quello che fanno», ha aggiunto, chiedendo al pubblico di farsi un applauso. Poi, approfittando di essere in territorio piemontese, ha affermato: «Dobbiamo anche un po’ vantarci di quello che siamo. Ci chiamano bogia nen. Invece facciamo molto, ma non mettiamo i manifesti, siamo della categoria degli esageroma nen. È bello perché è quel valore che papa Francesco chiamava la temperanza. Sono orgogliosa di ricevere questo premio, mi piace entrare nelle comunità come questa perché ti accorgi di tante cose, sono luoghi apparentemente silenziosi, ma molto laboriosi».
Littizzetto ha concluso il suo intervento, raccontando la storia del quarto dei Re magi, chiamato Artabano, che arriva tardi all’appuntamento con gli altri, si perde durante il viaggio, si ferma a parlare con tutti e a ascoltare. «A me piace questo personaggio un po’ casinista, però si ferma tutte le volte che c’è da fermarsi, e questo è l’augurio che faccio a tutta la comunità».



