L’età del ferro nelle viscere

LA SCOPERTA Nelle scorse settimane, in piazza Vittorio Veneto, nei pressi del Teatro, durante un intervento sulla rete di teleriscaldamento sono stati rinvenuti i resti di una domus romana. Ne abbiamo parlato con Luisa Albanese, dal 2010 direttrice del museo Eusebio di Alba.

Nella nostra città quando si è sviluppata la sensibilità verso il recupero dei reperti archeologici?

«Già Federico Eusebio, il fondatore del Museo civico, alla fine dell’Ottocento, aveva mostrato grande competenza e sensibilità nei confronti dell’archeologia albese, ma è dagli anni Settanta del Novecento che ad Alba si svolgono sistematiche indagini scientifiche volte alla tutela dei beni archeologici, mentre solo più recentemente la città ha dimostrato una vera attenzione nei confronti della valorizzazione di tali beni».

Ad Alba sembra che si scavi per fini archeologici quando ci si imbatte nel reperto. È così?

«Finora le indagini archeologiche sono state casuali, collegate a interventi edili pubblici o privati. Non escludo però che in futuro si possa avviare un progetto di ricerca strutturato».

Quali procedure si seguono nel caso di un ritrovamento?

«La responsabilità è della Soprintendenza per i beni archeologici del Piemonte. Se si tratta di una scoperta fortuita, bisogna segnalarla entro 24 ore al soprintendente, al sindaco o all’autorità di pubblica sicurezza. Se i reperti sono stati rinvenuti in occasione della realizzazione di opere pubbliche, è obbligatorio predisporre la verifica del rischio archeologico. Una volta constatato l’interesse si procede con le indagini di scavo vere e proprie».

Al termine delle indagini che cosa succede?

«In base all’importanza scientifica, alla tipologia e all’ubicazione del ritrovamento, la Soprintendenza valuta se musealizzarlo nel sito originario oppure se ricoprirlo o, ancora, se consentirne la rimozione, dopo averlo documentato. Tutti i reperti mobili, invece, vengono trasferiti presso la Soprintendenza o in Museo per essere studiati».

Può illustrarci, in breve, il quadro del patrimonio archeologico albese?

«Al di sotto della città moderna ci sono i resti sia del villaggio preistorico (la stazione Neolitica di Alba, risalente a 8.000 anni fa e situata nella zona compresa tra la Moretta e corso Europa, è una delle più importanti del Piemonte) sia della città romana e medievale (nella zona del centro storico). I più significativi reperti di epoca preistorica sono esposti in Museo, mentre dell’Alba romana e medievale, oltre ai reperti museali, sono visibili in vari punti della città numerosi resti di edifici e di strutture pubbliche e private. Il percorso archeologico cittadino comprende 26 siti e consente di visitare, tra gli altri, i resti del tempio, del teatro, di alcune strade e di Alba Pompeia, oltre che i basamenti di alcune torri medievali».

In passato è stato danneggiato qualche reperto?

«Il caso più clamoroso che mi viene in mente riguarda il lungo tratto delle mura di cinta di epoca romana portato alla luce in piazza Monsignor Grassi nel 1952 e demolito pochi anni dopo per ragioni di viabilità, conservandone solo un misero tratto ancora oggi visibile al centro della piazza».

Che importanza hanno i resti di domus romana ritrovati davanti al Teatro?

«Questo rinvenimento permette di aggiungere un nuovo tassello alla conoscenza di uno degli isolati di Alba Pompeia, anche se ormai sono piuttosto numerose le abitazioni private di età romana emerse dagli scavi degli ultimi anni».

Qual è il reperto di maggior valore presente?

«Non si può parlare di un reperto più importante degli altri, dato che tutti hanno contribuito a ricostruire la storia e l’urbanistica antica della città. Certo, ci sono ritrovamenti più interessanti e unici, come la capanna neolitica ricostruita in museo, i resti del tempio romano in piazza Pertinace o la testa colossale in marmo e altri oggetti più curiosi, come il ventaglio in osso e i gioielli di epoca romana».

C’è ancora qualche “tesoro nascosto”, che immaginate sia presente ma che non è stato fin qui possibile fare emergere?

«Prima di tutto sarà interessante capire a quale grande edificio di epoca romana siano riconducibili le strutture portate in luce nel cortile dell’istituto Leonardo Da Vinci, attualmente allo studio dalla Soprintendenza. Sarebbe, invece, clamoroso identificare il sito e riportare in luce le tracce del villaggio protostorico dell’età del ferro. Personalmente, auspicherei anche di ritrovare parte dell’apparato decorativo della città romana, come ad esempio le statue in marmo, di cui finora abbiamo una documentazione piuttosto scarsa».

Enrico Fonte

Il Museo civico in 3 domande

La casa di tutti i reperti archeologici e storici di cui abbiamo parlato nell’articolo a fianco è il museo civico archeologico e di scienze naturali Federico Eusebio. Affluenza di visitatori, offerta storico-artistica e prospettive future: sono gli argomenti che abbiamo trattato con la direttrice del Museo, Luisa Albanese.

1) Albanese, come procede l’attività museale?

«Nel 2011, per la prima volta, abbiamo superato i 10 mila visitatori, grazie anche alla proposta di una rosa sempre più vasta di attività sia in campo archeologico che naturalistico, pensate, oltre che per gli studenti, anche per un pubblico adulto, giovane, di turisti e famiglie. L’organizzazione è stata seguita dal personale del Museo in collaborazione con l’Aps ambiente&cultura, che dal 2011 cura i servizi aggiuntivi dell’Eusebio. Inoltre, si è dimostrata una scelta azzeccata quella di inserire il Museo nel percorso guidato di Alba sotterranea, progetto che per la sua particolare validità scientifica ha ottenuto il patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali. Le attività del Museo, invece, sono spesso sostenute dai contributi delle fondazioni bancarie e della Regione».

2 Che cosa propone il Museo?

«L’Eusebio offre una panoramica a 360 gradi sulla storia umana e naturale del territorio e presenta le proprie collezioni attraverso mostre temporanee e i progetti il Museo per la scuola, il Museo dei piccoli, il Museo a occhi chiusi, C’è un latrunculus in museo, Il vino degli antichi, le serate di osservazione astrologica».

3 Che cosa avete in programma per il futuro?

«Dal 29 settembre al 31 marzo il Museo ospiterà la mostra I tesori del Tanaro. Dalle acque del fiume riemerge la storia del territorio, dedicata in particolare ai recenti ritrovamenti dei resti della balena di età tortoniana e del mastodonte, rinvenuto nel letto del fiume nei pressi di Verduno nell’estate del 2010 (vedi anche pag. 16). Legato a questa mostra c’è l’omonimo concorso scolastico che interesserà fino a giugno 2013 le classi di ogni ordine e grado dell’albese e dei Comuni limitrofi al luogo di ritrovamento del mastodonte. Proporremo anche l’Aperitivo col fossile in museo (15 e 22 settembre) e l’escursione Sulle orme del mastodonte (9, 16 e 23 settembre). Dal 7 ottobre all’11 novembre, è previsto inoltre un fitto calendario di visite legate ad Alba sotterranea e inserite nell’ambito delle iniziative della la Fiera del tartufo».

e.f.

MUSEO EUSEBIO ORARI – Dal martedì al venerdì dalle 15 alle 18, il sabato dalle 15 alle 19 e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19.

BIGLIETTI – Il costo del biglietto è di 2 euro per gli adulti; gratis per under 18 e over 65 e per i possessori della carta Abbonamento

musei.

INFORMAZIONI www.ambientecultura.it, info@ambientecultura.it, 339-73.49.949 (Marco Mozzone)

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