
ALBA I fatturati e gli utili stellari delle cantine – soprattutto quelle della zona del Barolo – sono in larga parte sostenuti dalle esportazioni verso Stati Uniti, Germania, Inghilterra, Paesi asiatici e Nord Europa. Tuttavia, l’impero della bottiglia in terra straniera ha subito qualche battuta d’arresto a causa di molteplici fattori, tra cui l’instabilità dello scenario internazionale e la crescente competizione. I dati del 2023 sono chiari, ma c’è chi pensa a un tracciato in miglioramento già entro l’anno.
Il segnale proviene dallo studio Monitor dei distretti del Piemonte, indagine curata dal Research department di Intesa Sanpaolo e appena pubblicata. Secondo i ricercatori, il 2023 è stato un anno positivo per quasi tutti i distretti industriali del Piemonte, con esportazioni che hanno sfiorato i 13 miliardi di euro, in crescita del 4,3%, per 533 milioni di euro. I mercati sabaudi sono riusciti ad andare oltre la media dei distretti italiani (che hanno segnato -0,1%), «grazie alla specializzazione produttiva e a una forte capacità competitiva, che ha consentito di mitigare gli effetti del raffreddamento del commercio mondiale: la moda ha segnato +7,6 per cento, il comparto meccanico +4,5 e l’agroalimentare +2,1%», spiega infatti la ricerca.
Eppure, in questo quadro positivo, l’export del comparto dei vini di Langhe, Roero e Monferrato è stato l’unico in calo nel 2023. Le vendite fuori Italia si sono ridotte del 4,4% per un controvalore di 92 milioni di euro. Dopo un primo trimestre positivo (+4,3%) l’area ha registrato il segno meno nei successivi trimestri (-2,3% nel secondo, -11 nel terzo e -7 nel quarto). Mentre sono aumentate le vendite verso Regno Unito, Lettonia, Grecia e Francia, le perdite principali si sono verificate negli Stati Uniti e in Germania e hanno ceduto i flussi verso la Russia.
Romina Galleri, economista del Research department di Intesa Sanpaolo, spiega: «Il distretto dei vini di Langhe, Roero e Monferrato è l’unico in Piemonte per il quale gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato di sbocco, con una quota intorno a un quinto del totale (20% nel 2022 e 19% nel 2023). Le vendite potrebbero essere state frenate anche dalla presenza di magazzini già pieni per gli acquisti effettuati con un cambio favorevole nel recente passato».
Difficile stabilire se l’impasse sia indice di una vera crisi. Ancora Galleri: «Non è possibile ignorare i rischi geopolitici dello scenario attuale e i loro possibili effetti. La guerra in Ucraina ha provocato un pesante shock energetico per l’Europa tra il 2022 e il 2023 (in particolare per Italia e Germania), con forti effetti inflattivi. Il conflitto a Gaza sta causando problemi per la logistica delle merci. Dobbiamo, inoltre, considerare la possibilità di trovarci di fronte a spinte protezionistiche e a una deglobalizzazione del- l’economia mondiale. Tuttavia, lo scenario riserva anche opportunità: la possibile riconfigurazione delle filiere produttive globali su scala regionale offre un’occasione per le nostre imprese di intercettare nuovi clienti a corto raggio e la forte spinta del Piano nazionale di ripresa e resilienza potrebbe rappresentare un’occasione senza precedenti per fare da volano agli investimenti. Le imprese piemontesi sapranno rimanere competitive attraverso l’innovazione, l’uso della tecnologia e anche grazie al maggior ricorso a fonti energetiche rinnovabili che possono mettere al riparo dall’aumento dei prezzi, oltre che contribuire al contrasto ai cambiamenti climatici».
Sempre secondo i dati di Intesa Sanpaolo, i cambiamenti climatici e la presenza di agenti patogeni stanno influendo infatti negativamente anche sulla produzione di vino in Italia. La vendemmia 2023 è stata la più scarsa da 76 anni, con un calo nazionale in ettolitri del 23,2%. In questo contesto il Piemonte è riuscito a mantenersi in linea con l’anno precedente (2,7 milioni di ettolitri) ma sotto alla media degli ultimi cinque anni, mostrando una forte tenuta rispetto soprattutto al Centro e al Sud, dove si sono registrate flessioni fino al 30 per cento. In regione la vendemmia è stata invece di buona qualità, ma in media ha dato rese minori rispetto all’anno precedente.
Roberto Aria
