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Coldiretti Asti: «Bene le misure per contenere l’arrivo di grano russo»

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ASTI Bene l’introduzione di nuove misure per contrastare l’arrivo incontrollato del grano russo e bielorusso in Europa e, quindi, la destabilizzazione del settore agricolo italiano ed europeo. Ad esprimere soddisfazione nel merito è Coldiretti che, sulla base dei dati del centro Divuga, ha riferito: «Solo nel 2023, l’incremento dei cereali importati dalla Russia si è attestato sul mille per cento in più, provocando un effetto dirompente sul valore del prodotto e costringendo gli agricoltori a subire quotazioni al di sotto del livello dei costi di produzione».

Secondo Coldiretti, «quella dello scorso anno è stata una vera e propria invasione, senza  precedenti, di grano russo per la pasta (anche attraverso la triangolazione turca), con quasi mezzo milione di tonnellate nella sola Italia, che ha determinato un abbattimento del prezzo del grano italiano fino a -60%. Tale condizione ha reso la coltivazione antieconomica, esponendo le aziende agricole a rischio crack».

Con l’entrata in vigore a partire dal 1° luglio, la nuova misura andrà a inasprire il valore dei dazi doganali richiesti, cioè: 95 euro a tonnellata per i cereali e 50% ad valorem per i semi oleosi e i prodotti derivati da una concentrazione di quello di base. A essere oggetto delle attenzioni dell’Unione europea sono proprio i cereali, i semi oleosi e i prodotti derivati. In particolare, in Piemonte, le aziende cerealicole sono circa 26mila, di cui 1.200 nell’Astigiano, e interessano 229mila ettari di superficie (oltre 11mila nella provincia di Asti), concorrendo a un fatturato, a livello regionale, di 440milioni di euro all’anno.

A gravare sul comparto è anche l’andamento climatico di questa primavera. Felice Ferrero, componente di Coldiretti Asti in seno alla Consulta regionale cerealicola, ha dichiarato: «Dopo due annate siccitose, abbiamo avuto più pioggia negli ultimi 3 mesi che nei 36 precedenti. Tale situazione arreca disagi alle colture cerealicole, favorendo la diffusione di malattie fungine e comportando problematiche aggiunte anche in termini di tempestività nell’esecuzione dei lavori, con semine rallentate e il rischio di compattamento del terreno».

Ferrero ha aggiunto: «Attraverso la Consulta cerealicola regionale, composta lo scorso aprile proprio per arginare le problematiche di concorrenza sleale e quelle derivanti dai cambiamenti climatici, operiamo con l’obiettivo di recuperare la giusta remunerazione del prodotto cerealicolo. Inoltre, ci siamo proposti di definire contratti di coltivazione per ridistribuire i costi lungo l’intera filiera».

La presidente Monica Monticone e il direttore Giovanni Rosso di Coldiretti Asti hanno apprezzato «la scelta dei ministri Ue, che rappresenta un primo passo verso lo stop deciso alle importazioni sleali e che va nella direzione della tutela del reddito degli agricoltori. In Italia abbiamo disciplinari di produzione molto rigidi e, attraverso il principio di reciprocità e alla revisione del codice doganale che Coldiretti e l’Italia chiedono all’Europa, potremmo finalmente garantire maggiore tutela al prodotto made in Italy e ai nostri agricoltori».

Un impegno per Coldiretti che può essere anche sostenuto dalla cittadinanza, attraverso la raccolta firme presso il Mercato contadino di Campagna amica, in corso Alessandria 271, e gli uffici della federazione di Asti.

Manuela Zoccola

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