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Egea: si attende l’omologa che consentirà la nascita della nuova azienda

La pronuncia potrebbe arrivare oggi, mercoledì 26 giugno. I segnali sono positivi: anche il Fisco ha accettato l’accordo proposto.

Lavoratori Egea in presidio 5
Il sit-in dei dipendenti di fronte alla sede di Egea.

ALBA Una nota stringata, rilasciata dalla stessa Egea, giovedì scorso: presso il Tribunale di Torino, come previsto, si è svolta l’udienza per l’omologazione degli accordi proposti per il salvataggio dell’azienda albese.

La procedura è quella della composizione della crisi d’impresa, che per legge deve durare al massimo un anno: una volta conclusa, cadono le protezioni apposte dal Tribunale. Significa che Egea sarebbe potenzialmente aggredibile da altri creditori. È per questo che l’approvazione del giudice è essenziale. Ma non solo per questo: Iren, dopo il via libera, potrà chiudere l’operazione di acquisizione e prendere le redini del gruppo.

Secondo diverse fonti, la pronuncia potrebbe arrivare oggi, mercoledì 26 giugno. I segnali sono positivi: nei giorni scorsi, il Fisco ha accettato l’accordo proposto. La nuova Egea, in dieci anni, ripagherà lo Stato del 30 per cento del debito insoluto, che ammontava a 240 milioni di euro.

Dice Lorenzo Paglieri: «Carini vendeva le azioni a una quota scontata: molte persone hanno abboccato»

L’avvocato Lorenzo Paglieri è persona informata sulla questione, dovendo tutelare molti clienti che rischiano di affondare per colpa della multiservizi. Dice: «Prima del palesarsi della crisi,  l’ex amministratore delegato Pier Paolo Carini proponeva in vendita le azioni a una quota scontata, magari a 130 o 140 euro. Molte persone hanno abboccato. Quanto incassato veniva trasferito in una sua società, la Sia. Quest’ultima, nell’ultimo bilancio depositato, datato 2021, risultava aggravata da un debito di tre milioni e mezzo di euro verso le banche. È una situazione molto strana, se si pensa al fatto che ha venduto azioni per milioni di euro. Ma le eventuali risposte potranno arrivare solamente dalla Procura di Asti, dopo le indagini».

E, per quanto riguarda l’omologa: «L’accordo sarà penalizzante per tutti. Certe aziende finiranno sul lastrico e potranno farci nulla. Il più contento sarà Riccardo Ranalli, l’esperto a cui è stata affidata la procedura: se l’omologa andrà a buon fine, gli sarà raddoppiato il compenso, da 400mila a 800mila euro, con l’aggiunta dell’Iva».

f.p. e d.ba.

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