ALBA Dal gruppo Ferrero, interpellato da Gazzetta d’Alba, si nega la situazione.
Ecco le loro parole:
“Teniamo a precisare, che i volumi destinati a conto lavoro rappresentano circa il 3,5% dell’ammontare complessivo del prodotto finito confezionato nello stabilimento di Alba.
L’esigenza di trasferire esternamente una piccola quota del confezionamento, nasce in virtù dei formati ivi allocati. Questi, che per motivi di mercato non rappresentano produzioni continuative, necessitano di ampi spazi (stoccaggio imballi, ecc.) che non sono disponibili nelle aree produttive interne allo stabilimento. I conti lavoro sono periodicamente soggetti ad audit, condotti da società terze certificate, con la metodologia Smeta (Sedex members ethical trade audit), che prevede la valutazione degli standard di lavoro, salute e sicurezza, ambiente e del profilo etico. Infine, la nostra etica imprenditoriale da sempre ci impone di operare con partner che garantiscano il rispetto della normativa applicabile e delle clausole contrattuali siglate in fase di appalto“.
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