PENSIERO PER DOMENICA – XXII TEMPO ORDINARIO – 1° SETTEMBRE
Al rientro dalle vacanze – anche di Gazzetta! –, nella XXII domenica troviamo tre letture impegnative con al centro la relazione tra la Legge di Dio e la vita.
Una buona legge è un dono di Dio. Nel Deuteronomio (4,1-8) leggiamo: «Quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che oggi vi do?». Anche altri popoli, per esempio gli antichi greci consideravano la Costituzione di Solone un dono della divinità: non una limitazione della nostra libertà, ma una guida per la vita. In questo senso, la legge è principio di identità di una persona o di un intero popolo. Pensiamo alla Costituzione italiana. Non basta però che la legge sia scritta: va osservata! È il richiamo forte e realistico di Giacomo (1,17-27): «Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, non semplici ascoltatori, illudendo voi stessi». L’apostolo poi va oltre e afferma un principio che possiamo esprimere con un gioco di parole: una legge è giusta se promuove la giustizia, cioè se tutela i più deboli, quali erano allora gli orfani e le vedove. È un criterio semplice, valido ancora oggi, per valutare la giustezza di una legge.

Ma la legge non basta. È il richiamo forte di Gesù, all’inizio del suo ministero, in polemica con farisei e scribi. Questi avevano notato che i discepoli di Gesù non rispettavano alla lettera alcune usanze rituali ebraiche, come la “lavanda delle mani”, obbligatoria dopo essere stati in un ambiente pagano o prima di prendere cibo. La norma non aveva una motivazione igienica, ma religiosa. Su questo Gesù è categorico: «Non c’è nulla al di fuori dell’uomo che entrando in lui possa renderlo impuro». È sul cuore, sulla coscienza che occorre vigilare, perché è dal cuore dell’uomo che escono i propositi di male. La legge regolamenta gli atti, ma non può regolamentare i pensieri, i desideri e i propositi di male: «Impurità, furti, omicidi, adulteri…». Tutti i peccati gravi che un uomo può commettere iniziano dalla testa e dal cuore. Vanno bloccati alla radice, prima che si traducano in atti concreti. Come?
ANNO DELLA PREGHIERA – 28. In questa domenica in cui siamo invitati a pregare per la custodia del creato, cogliamo dal Vangelo la risposta alla domanda di cui sopra. Se è vero che il male comincia dal cuore, allora la preghiera è il farmaco più efficace: dove non arrivano l’educazione e la cultura può arrivare la forza di Dio, l’energia che “cambia” i cuori. Con la preghiera noi possiamo entrare in contatto con questo dinamismo, questa energia che governa l’universo.
Lidia e Battista Galvagno
