
TREZZO TINELLA Ieri, venerdì 10 gennaio, nella parrocchiale di Sant’Antonio Abate, la comunità di Trezzo Tinella, ha dato l’ultimo saluto a Maria Tesio Falletto, la signora più anziana del paese, che lo scorso 30 settembre aveva compiuto 108 anni. In paese era conosciuta come Maria ‘d Falèt e tutti gli anziani la ricordano bene perché per molti anni era stata la “postina”, che portava la corrispondenza in tutte le case di Trezzo. «Portare la posta in tutte quelle cascine sperdute sulle colline, era faticoso, ma era un lavoro che mi piaceva tanto», ripeteva sovente Maria.
Nata nel 1916 nella cascina chiamata Don Vero, aveva trascorso l’ infanzia con la numerosa famiglia (tre fratelli e tre sorelle) e negli Anni ’50 si era sposata con Carlin, trasferendosi nella casa di frazione Leomonte, dove ha vissuto per tutta la vita. Sino a qualche anno fa, quando qualcuno andava a trovarla, le piaceva raccontare di come conoscesse tutte le colline e i sentieri di Trezzo, che percorreva per consegnare la posta, con la sua borsa di cuoio, ogni giorno, con il caldo, la pioggia e la neve. Era una delle ultime testimoni di un mondo che non c’è più e, nonostante l’età avanzata, aveva ancora nitidi i ricordi di quando a sei anni aveva iniziato ad andare a scuola in paese, con ai piedi solo gli zoccoli, in compagnia degli altri bambini che vivevano vicino a lei, e quando tornava a casa, aiutava la famiglia andando al pascolo.
Ricordava con piacere anche il sabato, giorno in cui gli abitanti delle cascine vicine andavano a cuocere il pane nel loro forno, arrivavano con il carro o la carriola con la pasta, assieme ai bambini, con i quali giocava, mentre si attendeva la cottura del pane. Quando era diventata più grande aveva imparato a fare le tume, che poi andava a vendere al mercato ad Alba, e con il ricavato, passava a comprare un po’ di caffè e di zucchero. Poi sono arrivati gli anni della guerra. Non ne parlava volentieri e, mentre lo faceva, scuoteva la testa e si portava le mani al viso. Aveva visto molti coetanei e conoscenti partire per non ritornare, ricordava la paura per le scorribande e le razzie dei soldati che cercavano i partigiani nascosti nelle cascine, e di come lei, sua mamma e la nonna tentassero di nascondere, sotterrandoli, i pochi averi che possedevano.
In occasione del suo ultimo compleanno erano andati a trovarla il sindaco Alberto Cerrino, il vicesindaco Samuele Doglio e l’assessora Angela Cretoni, per porgerle gli auguri da parte di tutta la comunità, con un omaggio floreale.
Silvana Fenocchio
