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Tra rocche e boschi del Roero ci sono 4 o 5 branchi di lupi

Tra rocche e boschi del Roero ci sono 4 o 5 branchi di lupi
©Beltrando

FAUNA La presenza del lupo nel Roero è testimoniata dai tanti toponimi, a partire da quell’ad Loveriam che si trova in un documento monticellese del 1332. Da una quindicina di anni l’animale è presente sulla dorsale delle rocche e nei boschi verso il Braidese. Alcuni avvistamenti sono avvenuti a Montaldo alla fine del 2024.

Spiega Ettore Chiavassa, vicepresidente di Canale ecologia e volontario del gruppo coordinato dal veterinario Giovanni Ercole, che da anni ne monitora il passaggio nel territorio: «Alla fine degli anni Ottanta si contavano circa 300 esemplari tra l’Abruzzo e la Calabria. A seguito di alcuni interventi legislativi di tutela e allo spopolamento dei borghi montani, il lupo ha raggiunto a fine ’900 le Alpi, da dove ha iniziato un lento ripopolamento naturale della collina e della pianura».

Tra rocche e boschi del Roero ci sono 4 o 5 branchi di lupi 1
Ettore Chiavassa

Continua Chiavassa: «Nel Roero sono presenti 4-5 famiglie, composte da 4-5 animali ciascuna. L’assenza di rilevamenti di tane o di cuccioli indica che il nostro è un territorio di transito».

Se da sempre il lupo rimanda ad ataviche paure, la statistica esclude aggressioni nei confronti dell’uomo. «In Italia, negli ultimi due secoli ci sono stati solo due casi certi di aggressione da parte di questo animale, che spesso viene confuso con cani selvatici o ibridi. Il problema nasce quando la presenza di cibo rende più facile la vicinanza con l’uomo. È importante non lasciare i cani liberi di uscire da soli, poiché, essendo percepiti come concorrenti, potrebbero essere predati o dare luogo ad accoppiamenti», prosegue l’esperto.

Chiavassa dà anche alcuni consigli: «Non bisogna mai cercare di avvicinarlo con proposte di cibo ed è importante tenere il cane al guinzaglio. Se lo si incontra, basta agitare le braccia, battere le mani o parlare ad alta voce. Il lupo ha paura dell’uomo. Se non si allontana, si deve camminare all’indietro, lentamente, sempre parlando. Se si è in auto, è assolutamente vietato inseguire un animale selvatico per poterlo fotografare. Non bisogna mai scendere, ma accostare e aspettare». Afferma la sindaca di Montaldo, Claudia Rosso: «L’informazione corretta sul comportamento da adottare è fondamentale per evitare situazioni che possano creare preoccupazione per la popolazione e per gli animali domestici».

Per il primo cittadino di Baldissero Michele Lusso, «non bisogna creare allarmismo, perché i lupi non si sono mai rivelati aggressivi. Il pericolo maggiore riguarda i rischi per la viabilità». Aggiunge Paolo Rosso, sindaco di Monteu: «Il ritorno del lupo rappresenta una sfida, ma anche un’opportunità. È un segnale positivo per l’ecosistema perché limita la presenza di ungulati che causano danni all’agricoltura. Bisogna trovare un equilibrio per tutelare bestiame e aziende».

Conclude Ettore Chiavassa: «L’obiettivo è raggiungere una convivenza tra lupo, uomo, attività produttive e venatorie, senza un approccio ideologico, ma attraverso un equilibrio ambientale basato sulla conoscenza scientifica e una corretta informazione».

 Roberto Savoiardo

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