
SALUTE La Rete sta sempre più diventando il principale interlocutore delle nostre curiosità. Allo stesso tempo ci mette a disposizione moltissimi contenuti più per sensazionalismo che per approfondimento degli argomenti proposti.
Forse, complice anche il senso di colpa per le inevitabili libagioni di fine anno, ho meditato su diversi articoli che, a proposito di nutrizione, diete e benessere, suonano la campana su molti principi alimentari classificati in base al colore. A colpirmi è stato un capitolo dedicato ai «cinque veleni bianchi» che dovremmo escludere dalla nostra dieta. I cibi «bianchi» da rifuggire come la peste sono lo zucchero, il sale, la farina, il latte e il riso. Ma ci sono anche altre classificazioni che, sempre sulla base del colore, demonizzano tutto o quasi. Ma è così? Andiamo con ordine, uno per uno.
Il sale
Perché il sodio agisce sul nostro organismo provocando, con un meccanismo ormonale complesso, il ristagno dei liquidi e quindi l’aumento della pressione arteriosa. Inoltre, ne assumiamo troppo, non tenendo conto che il cloruro di sodio abbonda in molti cibi, specialmente gli insaccati. La motivazione della sua condanna è però sorprendente: secondo il Web ne mangiamo dieci chilogrammi ogni anno. Impossibile, ma l’affermazione prende molti like.
La farina
Questo perché la farina “doppio zero” è troppo raffinata e non contiene i principi alimentari di tutto il chicco (vitamine e proteine) e la preziose fibre vegetali utili per il funzionamento dell’intestino. Il problema, inconfutabile, è che la farina è una delle basi della nostra alimentazione, ma quella troppo raffinata è amido quasi puro e quindi zucchero! Inoltre, le farine spesso vengono processate a tal punto da formare un sottoprodotto chiamato alossano, una sostanza che può favorire l’insorgenza, con l’avanzare dell’età, del diabete di tipo 2.
Lo zucchero
Anni fa una pubblicità spiegava che “il cervello ha bisogno di zucchero” ed è così ancora oggi perché è una delle poche sostanze che superano la «barriera emato-encefalica» per alimentare il metabolismo delle cellule cerebrali. Quindi non è il caso, a parte obiezioni specifiche, di metterlo al bando dalla nostra vita. È giusto però tenere conto che lo troviamo in molti alimenti.
Il latte
Le motivazioni della sentenza sono drastiche: l’uomo è compatibile, dal punto di vista immunitario, solo col latte umano. Tutti gli altri possono innescare reazioni variamente pericolose nel breve o lungo periodo. «Nessuno farebbe una trasfusione di sangue bovino», tuona la Rete. Giova ricordare che, per moltissimi anni, gli anticorpi somministrati per curare il tetano erano prodotti utilizzando il sangue di cavallo. E che il concetto di «intolleranza alimentare» è oggetto di punti di vista diversi.
Il riso
Se fosse vero, al mondo non saremmo oltre otto miliardi di esseri umani. Anche in questo caso vale il fatto che i cibi troppo raffinati sono privati di virtù preziose (vitamine, proteine, fibre) e finiscono per avere un indice glicemico sfavorevole.
Beppe Malò
