
ALTA LANGA Le iniziative dell’associazione 661 la Pedaggera, presieduta da Stefania Barbiero, sono ripartite. Il primo incontro si è svolto a Paroldo, con Mauro Spotorno e Debora Erminio, uno geografo e l’altra sociologa dell’Università di Genova, i quali hanno parlato delle migrazioni e della demografia in diciassette Comuni tra alta Langa e Liguria: Belvedere, Camerana, Castelnuovo di Ceva, Ceva, Dogliani, Mombarcaro, Montezemolo, Murazzano, Paroldo, Priero, San Benedetto Belbo, Sale Langhe, Sale San Giovanni, Torresina, Cengio, Millesimo e Roccavignale.
Come hanno spiegato i due studiosi, «l’immigrazione è un fenomeno che suscita emozioni contrastanti. La percezione comune che si ha dell’immigrato è quella di un maschio adulto, proveniente dall’Africa o dal Sud-Est asiatico, musulmano, giunto da noi con una richiesta di asilo, gravoso per lo Stato e rappresentante di flussi in crescita».
La realtà, però, è diversa. Affermano Spotorno ed Erminio: «Dopo la crescita dal 2000 al 2010, l’immigrazione è rimasta stabile oppure è aumentata di poco. Gli stranieri sono prevalentemente europei, tanti uomini quante donne, cristiani, giunti per motivi di lavoro o per ricongiungersi ai familiari. E, contrariamente ai luoghi comuni, immettono nelle casse dello Stato più di quanto ne traggano in termini di servizi, soprattutto perché sono giovani in età lavorativa».
Facendo riferimento ai dati Istat, nel territorio analizzato vivono 3.212 stranieri, pari al 14,8 per cento della popolazione. Di questi, i romeni rappresentano il 20,3 per cento, seguiti da marocchini (17,5) e albanesi (12,8).
Le tre migrazioni sono iniziate anni fa e ora le persone si sono radicate nella zona. Altre nazionalità rappresentate sono Ucraina (4,6), Egitto (4,2), Macedonia (3,9) e Bangladesh (3,3). L’Africa nera compare solo dall’ottava posizione con Senegal e Nigeria (3 e 2,7), seguiti a grande distanza da Costa d’Avorio, Mali, Gambia e Ghana.
Questi ultimi gruppi, hanno sottolineato Spotorno ed Erminio, «appaiono però ai primi posti nella percezione comune per via del colore della pelle, fattore che gioca ancora un ruolo cruciale nell’alimentare pregiudizi e stereotipi».
Si è poi parlato di come l’immigrazione possa porre un freno all’inverno demografico, anche in alta Langa. «Il ricambio generazionale è garantito quando il numero medio di figli per donna in età fertile è pari a 2,1. Al di sotto di questo valore, e in assenza di flussi migratori, i nati non riescono a compensare i decessi e la popolazione diminuisce. Il valore italiano è 1,2, ma in certe zone, come l’alta Langa, è più basso. Quando è pari a 1, dopo una generazione la popolazione si dimezza».
Nei centri principali dell’area presa in esame dai ricercatori, ossia Ceva, Dogliani, Millesimo e Cengio, «le migrazioni, a lungo termine, hanno compensato il calo demografico: si è passati dai 17.516 abitanti del 1951 agli attuali 17.053. Negli altri tredici Comuni gli arrivi sono stati insufficienti e la popolazione è scesa da 10.819 a 4.584 abitanti. Se nulla cambierà, la tendenza sarà di un vistoso calo nei prossimi decenni. Varrebbe la pena, quindi, considerare le migrazioni in un’ottica differente».
Davide Barile
