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Il parco Tanaro: tanti progetti, ma i problemi restano

Il Comune di Alba, in futuro, sembra voler puntare sull'ambiente e sulla natura per valorizzarlo al massimo

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@Foto Vacchetto

ALBA È un luogo limite, perché divide la città dal fiume. Una striscia di verde che sembra custodire un mondo sospeso, in cui il ritmo del quotidiano cambia e in cui gli incontri diventano lenti. Il parco Tanaro, per chi abita ad Alba e nei dintorni, è lo spazio in cui respirare, ma da molti viene anche percepito come un’area da evitare.

«Dopo il tardo pomeriggio, non ci vado. Non ho sentito di incontri spiacevoli e non ho vissuto situazioni allarmanti, ma mi trasmette una generale sensazione di incuria. Di sera, se si cammina un po’ lungo i sentieri, l’illuminazione è carente. Ogni rumore è ingigantito», dice Giulia, 30 anni. «Diverso è il giorno. In compagnia del mio cane, passeggio tra gli alberi, almeno una volta ogni due settimane. Incontro altre persone, chiacchiero. E quella sensazione di pericolo se ne va, mi sento bene».

Il parco è anche diventato punto di incontro tra culture. Lo fa notare Mattia, anche lui frequentatore della zona con il suo cane: «Secondo me, la comunità dell’Est Europa è quella che sfrutta di più i tavolini vicini al fiume. Organizzano compleanni o si ritrovano per passare qualche ora in allegria, con le casse per la musica. Mi piace vedere persone, quando passeggio. Sarebbe molto bello se, dai momenti tra amici o famiglie, si passasse a una situazione di comunità e di conoscenza reciproca». Prosegue il ragazzo: «Il parco per me è contemplazione, osservazione della natura. Come segnalano altre persone, anche io lo trovo sporco e poco curato. Mi piace che resti un luogo naturale, a tratti selvatico, ma i rifiuti o il senso di abbandono sono un’altra cosa».

Un altro elemento che sembra aver mutato i connotati della zona negli ultimi anni è l’installazione del tendone da circo del festival Collisioni, utilizzato soprattutto in questa stagione per serate in stile discoteca. Racconta Marta, 25 anni, studentessa di filosofia a Torino: «Sono andata qualche volta a ballare: le persone entrano e poi escono a fine serata. È un progetto che, almeno per questo modo di viverlo, non aiuta le persone a conoscere e avvicinarsi al parco».

Si arriva così ad Adele, pensionata di 72 anni. Il suo punto di vista è chiaro: «È il polmone verde della città, l’ideale per passeggiare a ogni età, ma è trascurato. Molte Amministrazioni hanno promesso di riqualificarlo, ma nessuna lo ha fatto veramente. Peccato».

E, infine, il parco diventa anche riparo. È così per i senza fissa dimora che montano la loro tenda – se ne hanno una – tra gli alberi. A volte hanno solo un materasso. Ma questa è una storia diversa, che spesso si preferisce non vedere.

Maria Delfino

Dall’utopia del Prater al futuro

Era il 2017 quando, in Municipio ad Alba, si firmava il masterplan per la valorizzazione della fascia fluviale del fiume Tanaro. Un progetto portato avanti dall’allora Giunta Marello, con il coinvolgimento di tutti i Comuni lambiti dal corso d’acqua, da Bra (con Pollenzo) a Govone.

Poi, con il cambio di Amministrazione, si è parlato di altri progetti: da quello utopico di trasformare la zona in una sorta di Prater viennese, presentato in campagna letterale dalla Lega e lì rimasto, a quello dell’affidamento a Collisioni di una porzione di parco, dove è stato installato il tendone da circo. Il bando, lanciato nel 2022, aveva una durata di cinque anni: l’assegnazione terminerà pertanto nel corso del 2027.

E se anche la compagine di Alberto Gatto ha inserito l’ambiente verde della città tra le aree da riqualificare e valorizzare, i riflettori sul tema si sono riaccesi nelle scorse settimane, con la decisione di ricollocare la pista per le biciclette pump track al Mussotto, rivedendo così un progetto della precedente Amministrazione, già finanziato e cantierabile. Una scelta, quest’ultima, che ha sollevato la reazione immediata dell’opposizione, com’era prevedibile.

Facciamo il punto con l’assessore Edoardo Fenocchio, che segue l’argomento: «Sul parco Tanaro, per quanto abbiamo una visione d’insieme, non abbiamo ancora sviluppato progettualità specifiche. Di certo, oggi è uno spazio da valorizzare e che presenta criticità: stiamo pensando, con gli uffici competenti, di partecipare a un bando regionale destinato proprio a iniziative per le fasce fluviali, puntando molto sugli aspetti naturali». Ed è proprio questo il tema che, negli anni, si è perso di più della zona albese: «C’è un’evidente antropizzazione, che ereditiamo da iniziative precedenti e sulla quale di certo ragioneremo per il futuro».

In questo discorso, si inserisce anche il ricollocamento della pista: «Sulla fascia del Tanaro, è competente anche l’Aipo (Agenzia interregionale per il Po). Non tutte le opere sono compatibili con una zona così sensibile. In più, parliamo comunque di uno spazio cittadino da riqualificare». Fenocchio conclude con il masterplan sottoscritto dalla Giunta Marello: «È quella la direzione da seguire».

 Francesca Pinaffo

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