
Tutte è un progetto speciale di Gazzetta d’Alba per la Giornata internazionale della donna: due redattrici e quattro collaboratrici del nostro giornale hanno raccontano altre donne, le cui storie hanno un significato: chi ricopre o ha ricoperto ruoli sul nostro territorio, chi ha lanciato iniziative innovative, chi segue strade inaspettate o chi ha semplicemente un vissuto da condividere.
Margherita Alessandria Porta, pensionata
Il 25 marzo Margherita Alessandria Porta, residente a Sinio, compirà 102 anni. Questo basterebbe a sorprenderci, ma con lei si va decisamente oltre. «Sono alla fine dei 101 anni, vado ormai per il centoduesimo anno, essendo nata nel 1923», ha detto, già proiettata in avanti.
Margherita sorprende perché si reinventò scrittrice a 90 anni, quando il figlio Gianni le regalò un block-notes per raccontare la sua vita. Pubblicato da Araba Fenice in cinquanta copie, le sue memorie diventarono il libro Quanti passi, una sorta di diario personale; poi l’associazione Nostro teatro di Sinio ne fece editare altre 500 copie.
Verso i 95 anni, il figlio di Margherita la sollecitò a scrivere ancora. Nacquero così i racconti E altro ancora, storie delle Langhe vissute in prima persona o sentite narrare. Margherita adesso non ha intenzione di pubblicare altri libri, ma continua ad appuntare ricordi che non hanno trovato spazio nelle due precedenti opere.
Durante la visita pastorale a Sinio, il vescovo Marco Brunetti l’ha incontrata e lei, la più anziana della comunità, gli ha donato i suoi due libri. Adesso si dedica di più alla lettura: «Sto leggendo storie di partigiani e racconti di una volta sulle Langhe. Per me sono ricordi importanti, situazioni che ho vissuto».

La sua giornata è scandita dalla preghiera. Al mattino e alla sera segue la Messa alla televisione poi, dopo qualche telenovela, recita il Rosario, sempre sintonizzata sul canale di Tv2000.
Pensando al passato ricorda la paura che aveva quando, mentre il fratello era militare durante la guerra, doveva recarsi in qualche ufficio a Bra. Da Santa Maria, frazione di La Morra dove abitava, andava a piedi nella città della Zizzola attraverso la campagna.
Nei momenti di paura, si rivolgeva alla Madonna chiedendo aiuto. Un attaccamento alla fede che caratterizzò l’intera giovinezza. La sorella maggiore era presidente dell’Azione cattolica, così anche lei frequentò il corso da delegata ad Altavilla. Alla domenica pomeriggio faceva catechismo a 15 bambine dagli otto ai 14 anni. Giocavano nel suo cortile e poi le accompagnava al Vespro, nella chiesa di Santa Maria. «Erano curiose, io insegnavo loro a voler bene a bambini e anziani».
Il fratello tornò a casa e si sposò nel 1950. Margherita nel 1953, a quasi trent’anni: «Prima dovevo aiutare e lavorare». Così si trasferì a Sinio. Nell’attuale abitazione si trasferì quando rimase vedova, ormai tre decenni fa. Qui, infatti, non avendo la patente, era comoda per tutto. «Quando non avevo nulla da fare, mi mettevo a ricamare e aiutavo chi aveva bisogno».
Facendo il bilancio della sua vita, conclude: «Ci sono tanti malesseri, ma non mi lascio sopraffare. Mio figlio si prende cura di me e tante persone mi vogliono bene». E ancora: «Fate sempre del bene e vogliatene a tutti». È questo il suo messaggio per tutte le donne e non solo.
Giorgia Barile
