
ALBA Il volume dell’Anpi di Alba e Bra che completa la serie delle Strade delle memorie partigiane, l’ottavo, sarà presentato alla cittadinanza sabato 7 giugno alle 18.30 nel palazzo comunale albese. Tratta delle valli Bormida e Uzzone: in precedenza, sono state approfondite le colline attorno ad Alba, l’alta Langa, il Roero, la città di Alba.
Come negli altri testi della collana, l’itinerario proposto, di cinquanta chilometri, è dedicato a un partigiano che operò nella zona. In questo caso è Augusto Bobbio, il capitano Tino, farmacista nato a Torino nel 1908 della V divisione Monferrato caduto a Perletto.
Spiega Michele Cauda, presidente dell’Anpi locale: «Con il libro si completa un progetto avviato nel 2010 e voluto fortemente da Enzo Demaria. Considerando il bacino della nostra sezione, mancava soltanto la parte che va da Perletto a Saliceto. Il volume passa in rassegna le figure di alcuni partigiani, con le foto e le indicazioni delle lapidi. Oltre all’itinerario descritto all’interno delle quasi novanta pagine, da percorrere in automobile o con altri mezzi, grazie alla mappa allegata si possono scoprire cinque passeggiate sui luoghi più significativi della lotta partigiana».
Il curatore della parte storica è «il nostro socio Paolo Tonini Bossi, mentre dei sentieri se ne è occupato Gianfranco Carosso di Terre alte. Le foto provengono in parte dall’archivio di Lorenza Balbo, la figlia del comandante Poli, mentre quelle recenti sono di Carosso e Giulio Lapone».
A entrare nel dettaglio è Tonini Bossi: «L’itinerario segue cippi e lapidi situati nella valle e, in parte, sconfina nella valle Uzzone. Va da Perletto a Cortemilia, Bergolo, Castelletto Uzzone, Monesiglio, Camerana e Saliceto. Sono approfonditi i fatti accaduti nella zona, corredati da citazioni di libri e scritti. Sulla quarta di copertina è riportato il vero inno della Resistenza, Fischia il vento, composto dal ligure Felice Cascione».
La prefazione è di Fulvio Sasso, «pubblicista e appassionato ricercatore, senza i suoi libri questo volume non sarebbe stato possibile. Segue la mia introduzione, dal titolo “Un territorio in prima linea”, in cui spiego brevemente cosa è stata la valle Bormida per la Resistenza».
La partenza è a Perletto, «dove accaddero diversi fatti. Dal ponte sul Bormida furono uccisi, il 12 febbraio 1945, sedici partigiani. Riuscì a fuggire Sergio Bertoldi, rintracciato dopo pochi giorni e fucilato dal muro del cimitero. In via Coda, il 13 dicembre 1944, morirono tredici partigiani e civili, tra cui Bobbio. Nella parte relativa a Cortemilia illustro un personaggio chiave della Resistenza in Langa, il maggiore inglese Temple. Neville Lawrence Darewski, incaricato di coordinare i lanci paracadutati. Morì nell’ospedale Santo Spirito di Cortemilia, dove tuttora è presente una lapide. Ebbe un ruolo attivo per l’aeroporto partigiano di Vesime, del quale si parla in un altro libro della serie».
Pur senza indicazioni o cartelli che lo ricordino, «sulla pontina del paese, che collega i borghi di San Michele e San Pantaleo, il 28 agosto 1944 accadde un episodio di rivalità tra le formazioni, con l’uccisione da parte del Biondino del partigiano Devic. A Bergolo morì Dante Negro, adolescente ucciso nel bosco, e al Poggiolo di Castelletto Uzzone, il 20 aprile 1945, persero la vita dieci partigiani sorpresi in una cascina. I fascisti portarono dodici di loro a Monesiglio, dieci li fucilarono al cimitero e due altrove. Sempre a Monesiglio, il 28 agosto 1944 furono uccisi Luigi Alborio e Bruno Pastorino, mentre il 28 aprile 1945 Giuseppe Montanaro perì tentando di sminare un terreno. In frazione Scorticata, nell’eccidio dell’8 aprile 1945 furono trucidate sei persone, tra cui tre della famiglia Carretto».
A Camerana, in frazione Chiappino, «il 16 agosto 1944 furono uccisi Ercole Ceppi e Giuseppe Zunino. Per Saliceto abbiamo individuato alcuni luoghi in cui si ricordano partigiani del luogo morti altrove, come la lapide in piazza Liberazione, e alcune tombe al cimitero, compresa quella del maestro Augusto Pregliasco».
Oltre a manifestare l’intenzione di terminare la collana, «Demaria aveva già lasciato degli appunti e indicato i luoghi in cui sono presenti i cippi e le lapidi. Gli altri volumi sono stati dedicati a partigiani medaglia d’oro ma, in questo caso, non essendocene, la scelta è ricaduta su Bobbio, medaglia d’argento. Nel periodo in cui perì, la sua brigata fuggiva dai rastrellamenti in corso nell’Astigiano. Decisero di ripiegare verso Cortemilia, ma furono sorpresi dai fascisti alla periferia di Perletto».
Davide Barile
