
TEATRO Dopo la messa in scena della Madama Butterfly di sabato 23 novembre, la stagione del Teatro sociale partirà mercoledì 27 novembre alle 21 con Il romanzo della Bibbia. Lo spettacolo è ispirato all’ultimo libro di Aldo Cazzullo, Il dio dei nostri padri, pubblicato da Harper Collins. A recitare ci sarà lo stesso Cazzullo, giornalista albese nato nel 1966 e attualmente vicedirettore del Corriere della sera. Narrerà alcuni tra gli episodi salienti della Bibbia, da lui definita «libro meraviglioso che si può leggere anche come un grande romanzo. L’autobiografia di Dio». Tra le parti messe in risalto figurano la creazione, la cacciata dall’Eden, Noè e il diluvio, Giuseppe e i sogni del faraone, il passaggio del Mar Rosso, i dieci comandamenti, la conquista della terra promessa, fino alla profezia di Isaia che preannuncia e lascia intravedere l’arrivo del Messia.
Insieme a lui ci sarà Moni Ovadia, poliedrico artista nato in Bulgaria nel 1946 da una famiglia ebraica e trasferitosi in giovane età a Milano. Cazzullo e Ovadia erano già stati al Giorgio Busca per l’apertura della stagione nel 2022: nell’occasione avevano recitato in Il duce delinquente, tratto dal libro Mussolini il capobanda dell’albese.
Ancora una volta, a eseguire musiche dal vivo ci sarà la pianista e violoncellista Giovanna Famulari. I biglietti si acquistano al botteghino, alla libreria La torre e su www.ciaotickets.com.
Commenta Ovadia: «Aldo è riuscito a riportare la Bibbia a una dimensione narrativa sottraendola da tutti i fanatismi e allontanandola da chi ne fa un’arma. Nel libro sacro sono presenti racconti dai forti valori etici e spirituali, porta all’uomo una guida e un orientamento senza imprigionarlo. Molti sostengono di aver letto la Bibbia, ma in pochi lo hanno fatto davvero. E finiscono per parlarne a vanvera. Lo spettacolo permetterà al pubblico di avvicinarsi alla dimensione narrativa e ricevere insegnamenti».
Quale sarà il suo ruolo nello spettacolo?
«Aldo commenterà e reciterà, mentre io canterò canzoni liturgiche della tradizione e contemporanee. Sarà una sorta di recital che includerà spirituals come Go down Moses e un brano di grande successo come Hallelujah di Leonard Cohen. Ad accompagnare la narrazione ci saranno immagini di repertorio, alcune già esistenti e altre costruite con la sabbia da Gabriella Compagnone, la numero uno della sand art. La sabbia, nella Bibbia, ha grande significato, basti pensare al fatto che la Torah ebraica fu consegnata nel deserto del Sinai».
I messaggi della Bibbia sono universali?
«Il libro è sacro per cristiani ed ebrei, ma spesso ci dimentichiamo che esistono dei passaggi molto importanti pure per i musulmani, soprattutto nel Pentateuco. Siamo di fronte a una narrazione poderosa che contiene moltissime indicazioni etiche che possono essere tranquillamente di ispirazione anche per chi non crede. I dieci comandamenti sono una guida che fa comprendere come la vita debba essere vissuta secondo un codice giuridico. Aldo ha selezionato alcuni versetti che nessuno immagina siano contenuti nella Bibbia, come ad esempio “Quando incontrerai il bue del tuo nemico o il suo asino dispersi, glieli dovrai ricondurre”. Il pubblico avrà la possibilità di entrare in contatto con una narrazione prodigiosa della quale, purtroppo, spesso traspare solo l’aspetto del fanatismo o del conflitto religioso».
Conflitto che interessa proprio la terra in cui la Bibbia fu scritta.
«Lo spettacolo, per scelta, non ha voluto entrare nel merito di ciò che sta succedendo. Rispetto ad Aldo ho posizioni diverse. Sono radicalmente solidale con il popolo palestinese e militante per i loro diritti. Da ebreo che tiene molto alla propria formazione culturale, contesto l’uso che i sionisti fanno della Bibbia».
La stagione del Teatro sociale proseguirà martedì 3 dicembre alle 21 con Quel che provo dir non so. Diretto da Matteo Monforte e Pierpaolo Spollon, sarà un monologo di Spollon sulle emozioni provate fin dall’infanzia a partire dal rapporto con il padre commissario di Polizia e con la madre segretaria dell’Esercito.
Davide Barile
