
PENSIERO PER DOMENICA – XIV TEMPO ORDINARIO – 6 LUGLIO
In questa domenica è il Vangelo (Lc 10,1-12.17-20) che offre la chiave interpretativa delle letture della Messa. Leggiamo che Gesù, un giorno, scelse e inviò davanti a sé 72 discepoli. In questa pagina, ricchissima di spunti, isoliamo tre elementi, che si applicano senza forzature alla nostra realtà.

Tutta la comunità è coinvolta nella missione. A essere inviati non sono i Dodici, ma i 72. Il numero (72 nel testo greco, 70 in quello ebraico) è simbolico e può richiamare sia i 70 anziani di Israele, sia le 70 nazioni della terra, secondo la “tavola delle nazioni” di Genesi 10. Noi possiamo aggiungere che i 72 sono laici: partono con un “mandato”, non un sacramento! In questo senso sono espressione dell’intera comunità. Considerando inoltre che al seguito di Gesù c’erano anche delle donne, non c’è bisogno di forzare il testo per immaginare che tra questi primi “missionari” ci fossero anche delle donne.
La missione comincia dalla… raccolta. È un altro elemento paradossale, suggerito dalla similitudine usata da Gesù: «La messe è abbondante, ma pochi sono gli operai». La missione non comincia dissodando il terreno e facendo piazza pulita di quanto esso ha prodotto, ma raccogliendo fino all’ultima spiga il bene già presente nel campo. Da notare che questo bene non è stato seminato da Gesù, ma da altri, venuti prima di lui. L’indicazione di Gesù è adattissima al mondo odierno, al contesto di una società plurale, multi-religiosa e multi-etnica. Come cristiani dobbiamo riconoscere e valorizzare il positivo che le persone vicine a noi hanno, per poi offrire loro, in una logica di scambio e condivisione, i valori straordinari che abbiamo ricevuto dalla fede in Gesù Cristo.
La missione comincia con un annuncio di pace. Vangelo e prima lettura (Is 66,10-14) insistono sulla centralità della pace. Isaia (il terzo profeta con questo nome), parlando agli esuli rientrati, impegnati a ricostruire Gerusalemme, dice che la città dovrà essere come un fiume, che accoglie l’acqua dalla sorgente della pace, da Dio, per poi farla scorrere verso tutti i popoli. Certo facciamo fatica a leggere queste parole in una fase storica in cui da Gerusalemme escono non torrenti di pace, ma devastanti venti di guerra. Gesù, che ha cominciato la sua missione annunciando il Vangelo, suggerisce ai suoi di cominciare augurando la pace: «In qualunque casa entriate, dite: pace a questa casa». Se questo annuncio di pace non viene accolto, è inutile annunciare il Vangelo! Senza la pace, la missione è condannata al fallimento.
Lidia e Battista Galvagno
