
di Elisa Rossanino
IN CARCERE – «Il carcere albese va riaperto, ma serve un progetto chiaro», aveva spiegato il garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Bruno Mellano, al termine della IV Commissione consiliare svolta nel Municipio albese a inizio mese.
Aggiungendo che: «Alba merita un progetto di esecuzione penale che tenga conto della realtà sociale, economica, dell’attenzione del territorio e delle istituzioni volte a dare un contributo anche innovativo».
Una riflessione quanto mai urgente, ora che con il termine dei lavori di ristrutturazione, il Giuseppe Montalto si appresta a riaprire a pieno regime dopo anni di chiusura e ridimensionamento. Per mesi, l’Amministrazione comunale, i garanti, gli agenti della Polizia penitenziaria e la direzione della casa di reclusione si sono interrogati su quali potessero essere i futuri “ospiti” destinati alle nuove celle albesi. «È una decisione che non spetta a noi. Stiamo aspettando indicazioni», aveva spiegato il direttore Nicola Pangallo a Gazzetta d’Alba.
Il provveditore Galati in Municipio
La svolta è arrivata nei giorni scorsi. Questa volta, a varcare le porte del palazzo comunale di Alba è stato Mario Antonio Galati, provveditore dell’Amministrazione penitenziaria di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Accolto dal sindaco Alberto Gatto e dall’assessora alle politiche sociali Donatella Croce, ha riaperto il dibattito interrogato sulle tempistiche e le modalità relative alla riapertura della struttura una volta conclusi i lavori di ristrutturazione, verificati in prima persona dall’Amministrazione comunale lo scorso primo luglio.
Galati, alla presenza del direttore della casa di reclusione Montalto, Nicola Pangallo, e dei garanti regionale, Bruno Mellano, e comunale, Emilio De Vitto ha fornito i primi chiarimenti confermando che a ottobre sarà consegnato il padiglione principale e che in quell’occasione verrà fatto un nuovo punto sui lavori in corso. «Il cantiere è gestito attraverso più appalti e benché la prima fase sia ormai ben avviata e la seconda già iniziata, non è ancora possibile fare una previsione complessiva, in particolare per l’appalto legato alla cucina e per quello degli arredi delle stanze», ha spiegato.
Nella stessa occasione Galati ha confermato che sta lavorando a un ridisegno complessivo del circuito penitenziario di tutto il distretto che comprende tredici istituti penitenziari in Piemonte, sei in Liguria e uno in Valle d’Aosta, un progetto da mettere a punto entro la primavera 2026.
In questo contesto ha anticipato che la struttura albese, ristrutturata e ammodernata, potrebbe essere destinata al trattamento avanzato per persone detenute di media sicurezza, con una forte vocazione lavorativa, trattamentale e di apertura all’esterno dell’istituto in sinergia con il mondo imprenditoriale.
Per i garanti Mellano e De Vitto serve un piano
Una decisione che i garanti Mellano e De Vitto hanno commentato: «Al provveditore abbiamo voluto sottolineare l’opportunità offerta qui ad Alba dall’alta attenzione del territorio e delle istituzioni e dalla presenza di spazi come il teatro, la biblioteca, il vigneto, il noccioleto. La struttura ben si presta a una fascia di utenti pronta a impegnarsi per un reinserimento sociale e lavorativo. Sarebbe importante in questa fase finale del cantiere avere già presente il progetto per definire e destinare al meglio gli spazi. Da parte nostra cominceremo a lavorare in questa direzione in sinergia con il territorio e le istituzioni».
In sintesi «possiamo dire che è importante la prospettiva di medio termine disegnata da Galati, ma al contempo preoccupante l’incertezza sulle tempistiche complessive».
Il commento del sindaco Alberto Gatto
Il sindaco Alberto Gatto e l’assessora Donatella Croce commentano: «Il cantiere di riqualificazione prosegue, un intervento fondamentale che potrà permettere dopo anni la riapertura totale della casa di reclusione e che, come annunciato dal provveditore, rientra in un progetto più ampio di valorizzazione e migliore utilizzo degli istituti del distretto».
Ribadendo che «sarebbe importante che il carcere fosse destinato a detenuti di media sicurezza cioè idonei a progetti sia si integrazione che volti al reinserimento, tutte progettualità in cui la nostra struttura eccelleva prima della chiusura. L’Amministrazione ha dato piena disponibilità a fare la sua parte per restituire alla città e al territorio una struttura pienamente funzionale».
