di Sofia Gaviglio
BRA – La bici è appoggiata al marciapiede, le sedie sono in cerchio e le voci si mescolano alla brezza della sera. Storie del passato, vecchi aneddoti e consigli, è una scena semplice in cima a via Crimea: il punto di ritrovo di alcune signore che vivono nei dintorni e, da tempo, hanno fatto di quel pezzo di strada il loro salotto all’aperto.
Non c’è niente di organizzato, nessun gruppo ufficiale, è solo l’abitudine, quella bella, che nasce dalla voglia di stare insieme. Ognuna porta la sua sedia — pieghevole, da giardino, di plastica — e si accomoda, pronta a raccontare la giornata, a commentare quello che succede nel quartiere o semplicemente ad ascoltare. Probabilmente è quel momento che esse attendono da tutta la giornata, quando il sole cala e il caldo si fa sentire di meno: è ora di uscire!
C’è chi arriva per prima, chi si ferma solo mezz’ora, chi fa avanti e indietro tra casa e marciapiede. Ma alla fine, ogni sera, quel piccolo angolo di strada si anima. Spesso i più giovani si chiedono di continuo cosa possano fare la sera e raramente le idee sono varie. Per queste signore, invece, questo non è assolutamente un problema, si porta un tavolo e si gioca a scala quaranta, la sera dopo si portano i ferri e si fa la maglia e così via.
Tra una risata e una telefonata, ogni serata scorre tranquilla, con la naturalezza di qualcosa che si è costruito nel tempo, senza forzature. E chi passa — a piedi, in bici o in macchina — li nota, rallenta, saluta. Perché ormai quelle signore sono diventate una presenza familiare che dà un senso di stabilità a tutti coloro che sanno davvero osservare al di là della strada illuminata dai lampioni.
In un momento storico in cui si parla tanto di “connessione”, di socialità, di comunità, la scena in cima a Via Crimea ci ricorda che a volte le cose più vere sono anche le più semplici: una sedia, una chiacchiera e una strada dove ritrovarsi.
