PENSIERO PER DOMENICA – XXIII TEMPO ORDINARIO – 7 SETTEMBRE
di Lidia e Battista Galvagno
«Quale uomo può conoscere il volere di Dio?»: la domanda che l’autore del libro della Sapienza (9,13) mette sulle labbra di Salomone è la stessa che tutti, più volte, ci poniamo nel corso della vita. Le letture della XXIII domenica ci indicano tre strade: una vera e propria scuola di vita.
Nessun delirio di onnipotenza. Per camminare nella vita occorre il senso del limite: nessun uomo è onnipotente e nemmeno onnisciente. L’autore del testo – impregnato di filosofia platonica – ci ricorda che a causa del limite del corpo, «i ragionamenti dei mortali sono timidi e incerte le nostre riflessioni». Tutti abbiamo bisogno del dono della sapienza. Per i filosofi, la sapienza era il frutto dello studio, per i giudei, un dono di Dio, per i credenti in Gesù Cristo, questo dono si è realizzato in Gesù. Il suo Vangelo è la guida sicura per camminare nella vita.
Se non puoi cambiare la storia, getta un seme. È quello che hanno fatto prima Gesù, poi Paolo, con la piaga della schiavitù. La liturgia ci propone il biglietto di Paolo a Filemone: la lettera più breve, scritta di suo pugno, mentre era in carcere. Insieme a questo scritto, Paolo gli rimanda Onesimo, lo schiavo che era fuggito per rifugiarsi presso di lui. Non conosciamo le ragioni della fuga. Paolo che aveva teorizzato l’uguaglianza di tutti i battezzati davanti a Gesù, fino ad affermare che «non c’è più né schiavo né libero» (Gal 3,28) capisce che i tempi non sono maturi per chiedere l’abolizione della schiavitù, né per imporre l’affrancamento di Onesimo, ma chiede che venga trattato come un «fratello carissimo», che venga accolto «come me stesso». Ecco la novità cristiana, un seme che solo a distanza di secoli darà frutti.
Nelle scelte della vita serve ponderazione. Lo ricorda Gesù con due brevi parabole, esclusive del Vangelo di Luca (14,25-33): quella della torre e quella della guerra. Non ha senso cominciare a costruire una torre se non si hanno i mezzi per completarla. Allo stesso modo, paradossalmente, non ha senso cominciare una guerra, se è palese l’inferiorità di forze. Nella vita, prima di prendere decisioni, bisogna ragionare e riflettere. Tra le cose da mettere in conto, nelle scelte della vita, c’è anche la presenza della croce, della sofferenza, dell’incomprensione o addirittura del rifiuto degli uomini. Da ultimo, per camminare dietro a Gesù è importante essere “leggeri”, non appesantiti dai problemi materiali. Questi, per usare le parole della Sapienza, sono «la tenda d’argilla che opprime una mente piena di preoccupazioni».

