
ECONOMIA – Non si arresta la crescita dei premi dell’assicurazione Rc auto nel secondo trimestre, malgrado il raffreddamento dell’inflazione, con un costo medio che arriva a 415 euro. Si tratta, secondo i dati diffusi dall’Ivass, Istituto per la vigilanza delle assicurazioni, di un aumento del 3,7% dopo il +4,1% dei primi tre mesi dell’anno (e il +7% di fine 2024) che al netto dell’inflazione è pari a un +2%.
Dal rapporto dell’autorità di vigilanza emerge poi come non si erode il tradizionale divario fra Nord e Sud che vede gli automobilisti napoletani mantenere il poco invidiabile primato di quasi 600 euro di premio a fronte di quelli di Aosta con 333 euro.
La ripartenza dei prezzi innescata fra il 2022 e il 2023, dopo anni di cali, non si arresta dunque. Rispetto al 2014, quando si era avvicinato alla soglia dei 500 euro il premio medio è inferiore del 17,7% ma si tratta di una consolazione relativa per gli automobilisti italiani.
Qualche spiraglio positivo arriva per le due ruote: il premio medio assicurativo per i motocicli, nel secondo trimestre, è stato pari a 302 euro e per i ciclomotori a 196 euro contro i 311 e i 205 euro del primo trimestre dell’anno.
I numeri dell’Rc scatenano le reazioni dei consumatori
Dalle associazioni è un coro di critiche contro le compagnie. «Considerate le 33,5 milioni di auto assicurate in Italia, la crescita delle tariffe ha determinato negli ultimi 3 anni una stangata complessiva da oltre 2 miliardi di euro a danno degli automobilisti italiani» attacca il Codacons. E l’Unc torna a chiedere al Senato «di cambiare radicalmente la Legge annuale sulla concorrenza ora in discussione che non si occupa per niente dell’rc auto, proponendo a esempio di rivedere il “Preventivass”, (il comparatore online dell’Ivass) realizzato con il ministero delle Imprese e del made in Italy e che, come denunciato dal presidente Ivass, Luigi Federico Signorini, si limita a comparare i preventivi riferiti alla copertura base obbligatoria e non consente di aggiungere le coperture e garanzie accessorie».
«L’escalation delle tariffe Rc auto prosegue nonostante l’inflazione sotto controllo e il calo dell’incidentalità in Italia. Per calmierare le polizze è ormai improcrastinabile applicare la sentenza della Corte Costituzionale che rende facoltativo l’indennizzo diretto» rileva Assoutenti.
E per Adoc «il dato che più preoccupa è la persistenza di marcate disuguaglianze territoriali. È inaccettabile che un automobilista venga penalizzato unicamente in base alla sua provincia di residenza».
Federconsumatori: il costo aumenta anche segli incidenti calano
Gli aumenti avvengono in maniera ingiustificata, in presenza di un nuovo calo dell’incidentalità: i dati del 2025 segnano una riduzione del -2,1% rispetto all’anno precedente. Lo rivelano i dati dell’osservatorio nazionale Federconsumatori, gli aumenti delle polizze auto raggiungono picchi anche del +12%, che aumentano fino al +27% al Sud.
«Sarebbe ora di fare chiarezza su queste dinamiche e su questo andamento, tenendo conto anche dei dati pubblicati dalla stessa Ivass che rilevano come la scatola nera venga installata soprattutto al Sud, elemento che dovrebbe contribuire a contenere notevolmente i costi dell’Rc-auto», dice Federconsumatori che invita a tutelarsi dai rincari in un settore che incide in maniera significativa sulla spesa delle famiglie. «Inoltre, è fondamentale l’introduzione di meccanismi premianti per gli assicurati virtuosi, che tengano conto della reale incidentalità e del comportamento alla guida».
