
di Andrea Olimpi
ALBA – Si è svolto lunedì 29 settembre al Teatro Sociale G. Busca di Alba l’incontro pubblico dal titolo “Note a margine del sistema”, che ha visto protagonista il giornalista e direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio. L’appuntamento rientrava nel programma del festival Profondo Umano, che per la sua quinta edizione ha scelto come tema “Legami di Potere”.
L’evento, ospitato in un teatro gremito, ha coinvolto alcuni giovani rappresentanti di Profondo Umano, che hanno dialogato con l’ospite ponendo domande legate al tema del festival, il “potere”, declinato in questo caso nel ruolo della stampa e dell’informazione. L’attenzione si è concentrata su come i fatti vengano spesso riportati in modo distorto o parziale, in un gioco complesso e difficile da decifrare.
Nel rispondere, Travaglio, con il suo stile diretto e accessibile ma sempre rigoroso sul piano giornalistico, ha affrontato i vari temi richiamando costantemente documenti, dati e testimonianze. L’intervento si è sviluppato come un percorso di approfondimento che ha alternato analisi puntuali a momenti di racconto, offrendo al pubblico una visione ampia e dettagliata delle questioni trattate.
Nelle sue risposte è emersa la capacità di stimolare una riflessione critica, lasciando a ciascuno la possibilità di elaborare un’analisi personale: non imponendo verità precostituite, ma spingendo i presenti a mettere in discussione anche convinzioni consolidate.
Durante l’incontro non potevano mancare i riferimenti ai conflitti in corso: Russia–Ucraina e Israele–Palestina. Sul primo, Travaglio ha sottolineato come spesso il racconto mediatico sia semplicistico e di parte, trascurando le ragioni storiche e le dinamiche geopolitiche che lo hanno innescato. Ha ricordato che il conflitto affonda le sue radici nel 2014 e che già allora le nazioni europee e la NATO sostenevano l’Ucraina, pur non essendo membro dell’Alleanza. Ha inoltre evidenziato come, alla fine della Guerra fredda, la NATO avesse assicurato alla Russia che non si sarebbe espansa a est, salvo poi arrivare “davanti alla porta di casa”.
Anche sul conflitto israelo-palestinese, le risposte del giornalista torinese sono state accompagnate da cenni storici utili a comprendere almeno in parte le ragioni della contesa. A fronte delle recenti notizie che sembrano aprire spiragli di pace, Travaglio ha ribadito la necessità di una soluzione politica fondata sul principio: “due popoli, due Stati”.
A proposito della missione umanitaria portata avanti dalla Global Sumud Flotilla, ha osservato che si tratta di un’azione che merita rispetto: un atto di disobbedienza civile che non intende “andare contro il presidente Benjamin Netanyahu, ma piuttosto costituire un atto di denuncia contro i governi che rimangono impassibili di fronte a quanto sta accadendo”. Sul fronte italiano, ha aggiunto: «Invece di chiedere alla Flotilla di tornare indietro, dovrebbero dire chiaramente ai loro omologhi israeliani che colpire una nave civile battente bandiera italiana sarebbe un atto di guerra nei confronti dell’Italia».
A conclusione dell’incontro, Travaglio, dopo aver risposto anche alle domande del pubblico, si è fermato per il firma-copie dei suoi ultimi due libri: “Ucraina, Russia e Nato in poche parole” e “Israele e i palestinesi in poche parole”. Due volumi che tracciano la storia recente con una narrazione sincera e documentata, scritti in modo scorrevole e accessibile: 247 pagine il primo e 128 il secondo.
