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All’apertura della Fiera del tartufo di Alba si parla di sostenibilità con le Nazioni unite

Fiera del tartufo di Alba

ALBA Nel 2007 la Fiera del tartufo divenne internazionale. Da allora altri riconoscimenti sono stati ottenuti per Langhe, Roero e Monferrato: nel 2014 i Paesaggi vitivinicoli sono stati compresi nel patrimonio dell’Unesco; nel 2017 Alba è entrata nel novero delle Città creative per l’enogastronomia, sempre per l’Unesco, che nel 2021 ha compreso la cerca e cavatura del tartufo tra i patrimoni immateriali dell’umanità.

Durante la cerimonia di apertura della Fiera, venerdì 10 ottobre, alle 17.30 sul palco del teatro Sociale, presente il ministro della funzione pubblica Paolo Zangrillo, sarà firmato un memorandum di intesa tra la Fiera di Alba e l’Unitar (United nations institute for training and research), l’istituto delle Nazioni unite per la formazione e la ricerca. Fondato nel 1963, ha sede a Ginevra, e ad Alba sarà rappresentato da Alex Mejia, direttore della divisione per le persone e l’inclusione sociale. 

Si lavora a un protocollo d’intesa

Come riporta il direttore dell’ente Fiera Stefano Mosca, «il memorandum è frutto di un percorso iniziato sei anni fa con il rinnovamento della Fiera e l’attenzione a temi come la sostenibilità. Siamo stati in grado di unire le radici locali con le prospettive globali e abbiamo dato vita a una svolta culturale. Seppure all’inizio alcuni storcessero il naso, la Fiera di Alba si è inserita gradualmente nel dibattito che coinvolge il mondo intero. Nel nostro cammino abbiamo conosciuto una docente dell’Unitar, la quale si è interessata al nostro lavoro. C’è molta affinità tra gli obiettivi che ci ponevamo come ente Fiera e i principi del Global compact delle Nazioni unite: possiamo dire di essere i primi in Italia, tra gli enti che organizzano eventi, a raggiungere un tale obiettivo». A destare l’interesse dell’organismo delle Nazioni unite «sono state le nostre attenzioni su temi come la sostenibilità, i diritti umani, il lavoro e tutto ciò che comporta il contrasto al caporalato e alla corruzione. Il loro obiettivo è far sì che i nostri principi generali diventino linee guida per il futuro sviluppo sostenibile del territorio».

Dieci anni di Circonomia
Stefano Mosca

Oltre al memorandum, «stiamo lavorando sui contenuti di un vero protocollo di intesa che individui azioni concrete da compiere nell’arco dei prossimi tre anni, tempo corrispondente alla durata del memorandum. Tali atti si svilupperanno su quattro ambiti. Il primo riguarda la tutela dell’ambiente e della biodiversità: come ribadiamo da anni, il tartufo è un perfetto indicatore di ciò che sta avvenendo con il nostro clima».

Formare le generazioni

Un secondo ambito «è l’educazione e la formazione delle nuove generazioni per sensibilizzarle sulle responsabilità che tutti abbiamo come cittadini. È uno dei principi dell’Unesco, che demanda ai giovani il compito di preservare il patrimonio storico, artistico e naturalistico. L’ente Fiera, quando parla di biodiversità e tutela dell’ambiente, compie azioni concrete con un triplice obiettivo: se piantiamo un albero micorizzato, per esempio, magari dopo qualche anno avremo il tartufo, ma la biodiversità e una riduzione della quota di anidride carbonica sono immediate». Un altro tema presente nell’accordo è «la sicurezza alimentare e il consumo responsabile. Il Global compact riconosce il diritto al cibo come universale, l’Italia è all’avanguardia nella sicurezza ma c’è ancora tanto da fare per ridurre lo spreco alimentare. Ci impegneremo pure su tale fronte».

Il quarto tassello è rappresentato «dalla cultura e dalla valorizzazione del patrimonio culturale. Cibo, vino, cerca del tartufo: attraverso le peculiarità delle nostre terre, vorremmo che l’ente Fiera di Alba diventasse ambasciatore internazionale di modelli di sviluppo».

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