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Fondazione Industriali festeggia il suo primo anno di attività: l’impegno sociale degli imprenditori cuneesi racchiuso in uno spettacolo

Il Teatro Sociale di Alba gremito ha accolto l’evento Musica e parole sul lavoro buono offerto alla cittadinanza

Fondazione Industriali festeggia il suo primo anno di attività: l’impegno sociale degli imprenditori cuneesi racchiuso in uno spettacolo

ALBA «Celebriamo un anno di attività, un solo anno, che a noi è sembrato molto di più. Un anno di impegno, di ascolto e di costruzione per muovere i primi passi verso un’idea, un’idea ardita, che nel frattempo si è fatta realtà»: con queste parole Giuliana Cirio, presidente della Fondazione Industriali, ha aperto l’evento “Musica & parole sul lavoro buono”, svoltosi lunedì 20 ottobre al Teatro Sociale di Alba in collaborazione con l’Ente Fiera del Tartufo Bianco d’Alba e La Stampa.

La Fondazione Industriali, ente del terzo settore nato nell’ottobre 2024 dall’impulso di oltre venti imprenditori della provincia di Cuneo, conta oggi trenta soci uniti dal motto “insieme per il lavoro buono”. L’obiettivo è promuovere azioni di alto valore sociale: favorire l’inserimento e il reinserimento lavorativo delle fasce più fragili, sostenere la formazione delle nuove generazioni, incentivare la parità di genere e valorizzare la cultura d’impresa e del lavoro.

Nel corso del suo intervento, Giuliana Cirio ha tracciato il bilancio del primo anno di attività: «Fondazione Industriali è nata per colmare un divario: quello tra la domanda di lavoro delle persone fragili e l’offerta spontanea delle aziende. È nata per creare un incontro – a metà strada – tra chi cerca e chi offre. Tra chi ha bisogno di un’opportunità e chi ha bisogno di competenze. Perché il lavoro non è solo reddito: è libertà, dignità, autorealizzazione. È cittadinanza e partecipazione piena alla vita della comunità».

La presidente ha poi ricordato le tappe del primo anno: l’ascolto e il dialogo con enti, associazioni e fondazioni bancarie; la costruzione di alleanze e fiducia; lo studio di incentivi e strumenti fiscali per accompagnare chi offre e chi cerca lavoro. «Siamo convinti – ha sottolineato – che per dare forma alla nostra idea di lavoro buono sia essenziale applicare metodo e approccio manageriale agli scopi sociali. E i nostri primi progetti stanno rendendo concrete queste intenzioni».

L’evento ha riunito rappresentanti del mondo istituzionale e delle fondazioni bancarie, imprenditori e cittadini. Sono stati presentati i principali ambiti di intervento: le attività rivolte alle persone migranti, quelle dedicate a carcerati ed ex carcerati e quelle a supporto degli enti locali.

Oltre a rappresentare una sintesi delle iniziative realizzate, la serata ha guardato al futuro, annunciando l’implementazione di una piattaforma digitale per la gestione delle richieste di personale e delle disponibilità di lavoratori sul territorio, sviluppata con il contributo di Tesisquare Spa e del socio Giuseppe Pacotto. In programma anche il coinvolgimento, come volontari, di manager e professionisti in pensione a supporto di chi si sta inserendo o reinserendo nel mondo del lavoro.

Sul palco si è susseguito un ricco programma artistico ispirato ai temi della Fondazione. Ad aprire la serata, l’intensa esibizione dell’Orchestra del Mare, composta da archi costruiti nel carcere di Opera con i legni delle barche dei migranti, ideata da Arnoldo Mosca Mondadori per valorizzare l’“umanità scartata” attraverso la musica. Il concerto, che ha coinvolto il violoncellista Issei Watanabe e il quartetto d’archi del Teatro Regio di Torino, è stato presentato per la prima volta in provincia di Cuneo.

È seguito il monologo teatrale di Guglielmo Giuliano, scritto da Grazia Isoardi della Compagnia Voci Erranti, tratto dallo spettacolo “Cose Nostre”, realizzato con i detenuti di Alta Sicurezza della Casa di Reclusione di Saluzzo. Successivamente, Francesca Fiore e Sarah Malnerich, autrici e attiviste del progetto digitale Mammedim*, hanno stimolato la riflessione sulla disparità di genere nel mondo del lavoro.

Il direttore de La Stampa, Andrea Malaguti, ha poi intervistato la sociologa e filosofa Chiara Saraceno sulle sfide legate alla demografia e al suo impatto su lavoro e società.

A chiudere la serata, l’esecuzione dell’Inno di Mameli da parte del Coro dei giovani del Sermig, il Servizio Missionario Giovani fondato da Ernesto Olivero, in una speciale versione arrangiata dal maestro Mauro Tabasso.

In conclusione, il saluto collettivo dei trenta soci della Fondazione Industriali ha simbolicamente chiuso la serata, rinnovando l’impegno a costruire insieme un futuro di inclusione e lavoro buono.

Redazione

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