ALBA – A 80 anni dal primo anniversario della battaglia e a cent’anni dal novembre 1925: domenica 2 novembre sarà un momento centrale delle celebrazioni dei Ventitré giorni di libertà. Gli anniversari ritornano nella storia contemporanea di Alba come i nomi degli uomini che l’hanno vissuta: il giovane partigiano Beppe Fenoglio, il Pinot Gallizio garante dei rapporti partigiani-cittadini, l’avvocato Teodoro Bubbio, consigliere e politico già negli anni Venti.
La battaglia di Alba del 2 novembre 1944 è raccontata da Beppe Fenoglio; il 2 novembre 1945 il Comitato di liberazione nazionale albese celebra il primo anniversario dei 23 giorni della città libera, ricordato con una poesia di Pinot Gallizio dal titolo Il dì dei morti del 1945. Inoltre, nelle carte segrete di Teodoro Bubbio spunta il 2 novembre 1925, quando il sindaco Giovanni Vico convoca segretamente a casa sua i consiglieri comunali per decidere come agire nel bene di Alba e degli albesi. La città è uno dei Comuni italiani che cerca di resistere alla pressione della dittatura fascista.

In questo giro di date è il filo rosso del programma preparato dall’assessora alla cultura Caterina Pasini, da Bianca Roagna del centro studi Beppe Fenoglio in collaborazione con l’Anpi e altre associazioni cittadine.
Il primo segno è il manifesto d’autore firmato da Andrea Ferraris (vedi sotto), che segue quello del 2024 realizzato da Andrea Serio in occasione della mostra “Diagonali////Covers”. Il programma prenderà le mosse sabato 25 ottobre, alle 15, con l’inaugurazione del Bosco dei 23 giorni nel parco di San Cassiano. Nell’ambito delle celebrazioni dell’anno scorso e dell’esposizione in Banca d’Alba era stata decisa la piantumazione di 23 alberi in questa area verde. Dopo la messa a dimora, voluta e sostenuta dall’istituto di credito cittadino, il Bosco dei 23 giorni ha ancorato le sue radici.

Domenica 2 novembre, alle 10, la giornata inizierà con la deposizione di una corona d’alloro al monumento partigiano di Umberto Mastroianni, di fronte al centro studi Fenoglio, in piazza Rossetti. Alle 15 il Palazzo della cittadinanza prevede un pomeriggio alla scoperta dei luoghi della democrazia cittadina con visite guidate al Municipio accompagnate da momenti di approfondimento storico e archivistico. Nella sala Teodoro Bubbio sarà allestita la mostra documentaria a cura del centro studi Beppe Fenoglio e dell’Archivio comunale.
Venerdì 7 novembre, alle 21, al cinema Moretta, in collaborazione con l’associazione Alec sarà proiettato Roma città aperta, celeberrimo film di Roberto Rossellini con Anna Magnani e Aldo Fabrizi, uscito nelle sale per la prima volta ottant’anni fa e restaurato dalla Cineteca di Bologna.

Per sabato 8 novembre, alle 17, nella chiesa di San Domenico – dov’è in corso la mostra More than kids di Valerio Berruti – è in programma la Maratona fenogliana, quest’anno dedicata a Un giorno di fuoco: del racconto ricorre il settantesimo anniversario della pubblicazione. L’appuntamento si rinnova da 15 anni ed è atteso dagli appassionati lettori che contribuiscono a dare voce ai racconti e ai romanzi di Beppe Fenoglio: quest’edizione è dedicata a Francesca (Checca) Pasquero Barberis, socia e sostenitrice del centro studi Beppe Fenoglio.
Una serie di date a cura dell’Anpi sono state riservate alle scuole albesi: il 20, 21 e 24 novembre al palazzo mostre e congressi Giacomo Morra si assisterà a Torino senza tregua, spettacolo teatrale di Diego Coscia che racconta le storie dei Gap (Gruppi di azione patriottica) e dei loro nemici, con riflessione sulle tecniche e sui limiti delle testimonianze, delle narrazioni e delle ricostruzioni storiche.
Il sindaco Alberto Gatto insieme con la vice Caterina Pasini hanno ricordato che il vero insegnamento dei 23 giorni albesi è «che la libertà e la pace non sono mai conquiste definitive, ma responsabilità quotidiane».
Il manifesto – Andrea Ferraris: «Disegno ispirato da Beppe Fenoglio»
Il programma delle celebrazioni dei 23 giorni è corredato da un manifesto creato da Andrea Ferraris su incarico del Comune, in collaborazione con il centro studi Beppe Fenoglio.
Fumettista nato nel 1966 a Genova con radici a Vignale Monferrato, Ferraris è docente all’accademia Novalia e ha collaborato per oltre quindici anni con Disney Italia. Ancora oggi continua a disegnare storie di Donald Duck per la danese Egmont e ha pubblicato diversi romanzi a fumetti.
In merito al manifesto dei 23 giorni dice: «Sono un appassionato delle opere di Fenoglio e già alcuni anni fa avevo preparato il manifesto della Maratona fenogliana. In quel caso, il disegno raffigurava un momento di La paga del sabato, quando Ettore si mette il cappello del padre per andare da Bianco. Questa volta, Bianca Roagna, direttrice del Centro studi, mi ha proposto alcuni passaggi che le sarebbe piaciuto vedere illustrati: ne ho scelto uno dei Ventitre giorni che mi ha particolarmente colpito. È il momento in cui un comandante, dalla finestra della torretta della cascina di San Cassiano, apostrofa i partigiani che hanno dovuto abbandonare Alba dicendo loro “E non fumate, razza di incoscienti!”. Lo fa per evitare che le luci possano essere viste. Sotto il diluvio, alcuni di loro si erano messi a fumare “con le mani a cupola sulle sigarette perché la pioggia non le marcisse”». Nel passaggio «Fenoglio ci mostra il suo sguardo particolare sulla vita. Per i partigiani, in quell’istante la cosa più importante era godersi l’attimo. E le mani a cupola danno l’idea di un momento laico e religioso insieme». Gli alberi raffigurati «danno l’idea del bosco, luogo in cui, sulle nostre colline, si è quasi sempre svolta la guerra di Resistenza».
Per realizzare il disegno, «ho usato la mia solita tecnica, con una matita molto grassa, addirittura una 14B, che è quasi una grafite, su particolari fogli da acquerello somiglianti a una stoffa. Lo ha colorato a mano ad acquerello mia moglie Daniela Mastrorilli. Con lei ho collaborato pure per i miei ultimi libri a fumetti, tra cui Una zanzara nell’orecchio: edito da Einaudi nel 2021, è la storia dell’adozione in India di nostra figlia Sarvari».

Negli ultimi anni «il fumetto è diventato adulto: a fianco delle pubblicazioni popolari, è cresciuto quello d’autore, con storie di grande complessità che si possono leggere come romanzi». Il sogno di Ferraris è «poter realizzare un fumetto sulle opere di Beppe Fenoglio. In particolare, penso si adatti molto bene La paga del sabato, un noir strepitoso che racconta cos’erano i partigiani dopo la guerra, resi umani con le loro contraddizioni e i loro bisogni, ma fedeli a ciò che avevano passato». d.ba.
