testi di Valter Manzone, immagini di Ettore Colombo
TUNISI – Quello che colpisce, non appena si scende dall’aereo Tunisair atterrato all’aeroporto di Tunisi e si percorre il corridoio che porta nel salone dello scalo, è la marea umana in coda. Motivo? Il controllo dei passaporti. Operazione non più abituale per chi vive nell’Europa senza confini interni ma che si era già verificata a Malpensa e che si ripeterà anche all’ingresso dell’albergo Regency in serata.
Ieri mattina (domenica 9 novembre) il folto gruppo dei pellegrini, accolto dalla solerte Chiara Biasizzo in piazza San Paolo, ha subito respirato aria (fredda, per la verità) di gioia e di condivisione. Complici due presenze importanti, accanto alla grande maggioranza di chi si conosceva per aver partecipato al pellegrinaggio in Turchia dello scorso anno: quella di don Giusto Truglia, direttore di Gazzetta d’Alba che ha proposto il viaggio organizzato dall’Opera romana pellegrinaggi ai suoi lettori, e di monsignor Marco Brunetti, vescovo della diocesi albese.
Bus fino a Milano, imbarco e via, ala volta della Tunisia, per andare a camminare sulle strade percorse da Sant’Agostino. Appena superato il controllo e recuperate le valige, l’incontro con la guida locale Karim, un autoctono dall’italiano davvero fluente. Ci spostiamo a La Goulette, villaggio in cui è nata l’attrice italiana Claudia Cardinale. Pranzo in un ristorante tipico e visita al quartiere di Sidi Bou Said, con le sue case bianche ornate da serramenti blu.
Curiosi scorci di stradine strette, di casette con le porte ornate da due o tre battenti e una splendida vista del golfo di Tunisi. Passaggio al famoso bar Café des Nattes, foto di rito e ritorno al bus mentre le ombre della sera cominciavano a calare. Raggiunto l’hotel sulla zona costiera di Gammarth, cena e tutti a nanna, per smaltire gli arretrati di una levataccia mattutina.
Stamani (lunedì 10 novembre) sveglia all’alba, rapida colazione e imbarco sul bus per raggiungere Bulla Regia, un sito archeologico di grande importanza. Durante il viaggio abbiamo potuto ammirare Tunisi e la sua ricchezza, gli uliveti e i vigneti della sua periferia e alcuni villaggi dove la storia si è fermata.
Bulla Regia, che fu città romana con mosaici, case sotterranee, oliveti e ampie zone brulle, ci ha offerto anche la vista di uno splendido teatro, nel quale il gruppo ha partecipato alla Messa concelebrata da monsignor Brunetti, da don Truglia e da don Francesco Mollo. All’inizio della funzione, don Giusto ha affidato al Signore il pellegrinaggio, avviato ufficialmente con questa celebrazione (documentata dal fotografo don Ettore Colombo); il vescovo ha richiamato il Giubileo della speranza che si avvia a conclusione, invitando tutti a essere «Pellegrini di speranza, capaci di perdono».
Nel pomeriggio la visita a altro sito romano di grande valore, a Dougga, patrimonio dell’umanità dell’Unesco, con i suoi bagni termali, la piazza della rosa dei venti e un arco di trionfo.
Il successivo trasferimento a Soussa, ha concluso la seconda giornata dei pellegrini. Il cui cammino è sinterizzato da un antico proverbio tunisino: «Fa il bene e buttalo a mare; se non lo sanno i pesci lo sa Iddio».

























