di Beppe Malò
ALBA – È arrivato alla fine della seduta il vero tema “caldo” del Consiglio comunale di giovedì scorso, 6 novembre: l’ordine del giorno presentato da Emanuele Bolla (Fratelli d’Italia) sul tema della variante 16. L’argomento era stato preso in esame due giorni prima, in sede di prima Commissione, durante la quale l’ex assessore aveva spiegato che la proposta di mozione – un atto che avrebbe impegnato la Giunta – era stata trasformata in ordine del giorno per invitare la maggioranza a valutare la portata del carteggio intercorso tra Egea e l’esecutivo con riferimento alla bretella di San Cassiano.
Le richieste dell’opposizione
Bolla in Commissione: «In questo senso, vorremmo chiedere in modo non cogente alla Giunta e al Consiglio di valutare la possibilità di tornare alla destinazione urbanistica prevista per l’area F4.22 prima dell’adozione della variante messa in atto per consentire l’insediamento del nuovo centro direzionale di Egea». Un progetto che, con il tracollo della direzione Carini, è venuto meno. La richiesta era quella di ripartire da zero. Anzi, da prima ancora, riportando l’area alla primigenia destinazione agricola e di verde pubblico.
Bolla, in Consiglio, ha ribadito le motivazioni del centrodestra: «Il punto che non riusciamo a capire – e su cui non otteniamo chiarimenti – è quello delle condizioni per cui Egea avrebbe messo a disposizione gratuitamente i terreni destinati a sedime per la bretella. Tra le richieste, in particolare, non trova risposta la decisione di spostare più volte il tragitto della strada. In base alla corrispondenza, risulta che l’azienda abbia avuto modo di verificare la planimetria del nuovo tracciato stradale che, peraltro, sarà realizzato dal Comune. Per tutti questi motivi l’ordine del giorno invita la Giunta, politicamente e giuridicamente, a prendere in considerazione la possibilità di azzerare la situazione, cioè di ripartire dalla impossibilità di edificare l’area».
La maggioranza resta ferma
Un ritorno totale alla programmazione urbanistica primaria che non ha trovato l’accordo del consigliere di maggioranza Fabio Ambrogio: «In realtà, questo ordine del giorno non è un atto d’indirizzo come sostiene il consigliere Bolla, quanto piuttosto un atto di vincolo che va in conflitto con i ragionamenti sin qui compiuti sulla variante 16: è necessario che si tenga conto che ci sono altre aree della città su cui bisogna lavorare e fare delle scelte, in vista della revisione generale del Piano regolatore della città».
Nel dibattito si è inserito anche il sindaco, Alberto Gatto: «Sarebbe bene che gli atti d’indirizzo avessero per oggetto tutte le aree dove troverà applicazione il nuovo Prg. Concentriamo le nostre energie in modo globale sulla revisione e su tutti i punti previsti. Nello specifico, nulla è cambiato dal punto di vista della capacità edificatoria e delle volumetrie. Si sposta la strada per evitare la costruzione di un ponte e si passerà più vicino ad aree già pubbliche».
In sede di dichiarazione, c’è stato qualche accenno polemico con Bolla, che si è detto «frastornato», ripetendo lo stesso concetto: «Ci sono accordi con Egea su questa iniziativa». E ha citato il diritto romano: «Ciò che piace al principe ha valore di legge… E per noi non va bene!», ha chiosato il rappresentante di Fratelli d’Italia. Alla fine, l’ordine del giorno è stato respinto dal voto compatto della maggioranza.

